
Vi piace la filosofia ma non siete mai riusciti ad avvicinarla veramente? Oppure l’avete anche studiata al liceo, ma ora vorreste ripassarla tramite un libro che fosse anche gradevole? Non disperate. Per riflettere sul mondo non serve per forza leggere l’Enciclopedia delle scienze filosofiche di Hegel o l’Ethica ordine geometrico demonstrata di Spinoza.
Basta prendere in mano dei saggi più abbordabili, o in certi casi addirittura dei romanzi, per rispolverare le vostre vecchie conoscenze o formarne di nuove. Perché fin dall’antichità i filosofi sapevano che la vera riflessione si faceva col dialogo. E una filosofia che non sa parlare a tutti non può essere vera filosofia.
Ma da dove partire? Vi proponiamo oggi cinque libri che parlano di filosofia in modo più o meno diretto ma che sono anche perfetti per dei principianti della materia.
Indice
1. Jostein Gaarder – Il mondo di Sofia
Di romanzi che affrontano temi filosofici ce ne sono parecchi. Molto interessanti sono, ad esempio, quelli di Milan Kundera, oppure il famoso Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Robert M. Pirsig.
Il più celebre – e probabilmente il più semplice – di tutti è però Il mondo di Sofia di Jostein Gaarder. Pubblicato nel 1991, il libro è una sorta di romanzo del mistero che contiene al proprio interno un piccolo trattato di storia della filosofia.
La protagonista Sofia, infatti, è una bambina di 14 che comincia all’improvviso a ricevere delle lettere anonime. Lettere che in principio le pongono delle domande esistenziali, ma che poi via via cominciano a raccontarle la storia dei filosofi e dei loro tentativi per spiegare l’esistente.
Dai presocratici alla Atene di Platone ed Aristotele, dal Medioevo al Barocco, il libro ripercorre a grandi linee tutta la storia della filosofia, fino al Novecento, all’esistenzialismo e alla filosofia New Age. Nel mezzo, un paio di misteri da risolvere per la curiosa Sofia: chi sia ad inviarle quelle lettere e perché riceva anche delle cartoline da un militare che si trova in Libano.
2. Epicuro – Lettera sulla felicità
Se invece i romanzi non vi interessano e volete buttarvi direttamente sulle pagine dei filosofi, vi consigliamo di partire da uno dei più semplici eppure più affascinanti testi della storia della filosofia.
La Lettera sulla felicità di Epicuro – nota anche come Lettera a Meneceo – è un breve scritto che il filosofo greco realizzò nel III secolo a.C., appunto sotto forma di epistola inviata ad un suo allievo. Non a caso, il testo mantiene un tono tutto sommato colloquiale, e permette anche a chi è digiuno di filosofia di avvicinarsi ai temi più cari al pensatore.
Come il titolo lascia facilmente intuire, l’argomento centrale è la felicità. E la domanda è: come si può raggiungerla? Come si può eliminare ciò che ci impedisce di essere felici? Sono domande che emergono in tutta la storia della filosofia ma anche, banalmente, nella vita di ognuno di noi.
Epicuro a queste domande dà una risposta che è disarmante nella sua semplicità. Una risposta che ha avuto un seguito considerevole, se si pensa al fatto che l’epicureismo è una di quelle correnti che, nella storia, di tanto in tanto riemergono. E così in poche pagine si trovano risposte su Dio, la morte, i desideri e i piaceri che colpiscono nel segno.
3. Blaise Pascal – Pensieri
Per quanto potesse essere a volte anche molto complessa, la filosofia degli antichi spesso riusciva ad esprimersi in maniere semplici. In questa prima parte della cinquina avrebbero infatti potuto figurare anche l’Apologia di Socrate, il Fedro e il Simposio di Platone, le opere di Seneca o quelle di Marco Aurelio.
E, a quanto pare, anche Aristotele – considerato un filosofo di difficile lettura – avrebbe scritto delle opere più godibili e divulgative, andate però perdute. Con l’età medievale prima e moderna poi, però, questa semplicità espositiva si è a volte persa. Dal ‘300 in poi è stato, così, tutto un proliferare di trattati ostici anche agli specialisti.
Esistono però, per fortuna, delle eccezioni straordinarie. Una sono i Saggi di Montaigne, che non figurano nella prima parte della lista solo perché questo filosofo apparteneva alla corrente epicurea e non volevamo sembrare di parte. Un’altra eccezione è costituita dai Pensieri di Blaise Pascal.
Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1669, è una raccolta di riflessioni a volte molto brevi, a volte più articolate, su questioni che riguardano la vita umana e il suo senso. L’idea di Pascal, infatti, era quella di scrivere una grande Apologia del cristianesimo, in cui motivare la sua adesione a questa religione.
La morte però lo colse prima di concludere il libro, e i suoi amici ne pubblicarono gli appunti e gli stralci che già erano pronti. Ne venne così fuori un’opera di semplice lettura, ma coerente e articolata, in cui la profondità d’analisi di Pascal domina la scena.
4. Voltaire – Trattato sulla tolleranza
La filosofia non è solo etica e risposta alle domande esistenziali. Affronta anche argomenti molto più complessi come la gnoseologia, l’epistemologia, l’ontologia ed altri ancora. Ma se siete alle prime armi e volete variare i temi, può essere una bella idea orientarsi anche verso la filosofia politica, intesa nel suo senso più alto.
Ovvero, non tanto come adesione ad una certa fazione o ad una certa ideologia, ma come teoria della convivenza. Da questo punto di vista, gli illuministi francesi sono un ideale punto di partenza.
Proprio nel ‘700, infatti, arrivò a compimento un lungo percorso che aveva avuto origine col giusnaturalismo. Un percorso che si poneva delle domande sulla natura del potere politico, sui diritti dell’uomo e sulla sua possibilità di convivere coi propri simili.
Il trionfo dell’Illuminismo
I due testi sacri, da questo punto di vista, sono Lo spirito delle leggi di Montesquieu e il Trattato sulla tolleranza di Voltaire; e quest’ultimo, agile e semplice, fa al caso nostro.
Nel suo libro, Voltaire non fa altro che riprendere idee già proposte qualche decennio prima da John Locke, legandole però alla polemica contingente della Francia del tempo.
Lo spunto di partenza, infatti, è l’ingiusta condanna di Jean Calas, accusato di aver ucciso il figlio per impedirgli di convertirsi al cattolicesimo. Da lì prende avvio un inno alla tolleranza religiosa che ha ancora molto da insegnare anche all’uomo di oggi.
5. Nigel Warburton – Il primo libro di filosofia
Concludiamo in un certo senso come abbiamo iniziato, con un libro introduttivo alla materia. Il primo libro di filosofia di Nigel Warburton, però, non è né un romanzo come Il mondo di Sofia, né una storia della materia.
Al suo interno, il filosofo inglese infatti affronta alcuni temi tipici della riflessione filosofica, raccontando le risposte più importanti che nei secoli sono state proposte.
In questo modo, la filosofia non viene presentata come una sequenza di autori in contraddizione l’uno con l’altro, ma come una serie di riflessioni che hanno cercato di risolvere certi problemi ben precisi.
Così un capitolo è dedicato all’esistenza di Dio, un altro alle possibilità della conoscenza, un altro ancora alla democrazia e così via.
Con uno stile chiaro e limpido che è tipico della saggistica anglosassone, Warburton riesce a dare un’idea precisa di cosa voglia dire fare filosofia, e allo stesso tempo fornire un compendio interessante per l’appassionato alle prime armi. L’edizione Einaudi, poi, garantisce cura dell’edizione e affidabilità.
Altri 12 libri di filosofia per principianti, oltre ai 5 già segnalati
Forse questi primi cinque libri vi hanno incuriositi, e forse, di conseguenza, ne vorrete leggere presto degli altri. Se rientrate in questa casistica, qui di seguito trovate altre 12 proposte che ci sembrano abbordabili ed altrettanto interessanti.
Platone – Apologia di Socrate
Socrate, com’è noto, non scrisse mai nulla. Il suo pensiero lo conosciamo grazie alla testimonianza di suoi allievi e di altri scrittori dell’epoca, che in certi casi arrivarono anche a denigrarlo (pensate, ad esempio, a Le nuvole di Aristofane). Una delle fonti principali del suo pensiero è però Platone, autore dell’Apologia di Socrate.
In questo breve testo Platone riporta l’arringa difensiva con cui il suo maestro cercò di discolparsi dall’accusa che gli era stata rivolta nel tribunale di Atene. L’accusa cioè di introdurre nuovi dei e di plagiare i giovani. In questa arringa Socrate presenta così i cardini della sua filosofia, con un’acutezza – ma anche una semplicità – inarrivabili.
Platone – Simposio
Soffermiamoci ancora un attimo su Platone. Perché oltre a presentare il pensiero del suo maestro, il grande filosofo ateniese ad un certo punto cominciò a descrivere anche il proprio, di pensiero. Il suo dialogo più celebre è, giustamente, la Repubblica, ma noi preferiamo soffermarci sul Simposio.
Nonostante in questo testo non si parli di politica – tema che era centrale nel pensiero di Platone –, il Simposio merita comunque di essere letto. È infatti relativamente semplice e al centro pone una tematica di grande interesse ancora oggi: l’amore. Con miti anche molto celebri, come quello degli androgini o della nascita di Eros.
Aristotele – Etica nicomachea
Dopo aver dedicato spazio a Socrate e Platone, non possiamo non citare il terzo grande filosofo dell’Atene classica: Aristotele. I suoi testi in realtà sono di solito piuttosto ostici e non consigliabili a chi è alle prime armi. Si può fare però un’eccezione con l’Etica nicomachea.
Questo testo non fu steso da Aristotele pensando a una sua eventuale pubblicazione; in origine erano più che altro appunti, forse pensati per fare da supporto alle lezioni che teneva nel Liceo. Qui però Aristotele condensò il suo pensiero morale, distinguendo tra virtù etiche e dianoetiche, parlando della giustizia, dell’amicizia e del giusto mezzo.
Seneca – Lettere morali a Lucilio
Di etica si occupano anche le Lettere morali a Lucilio, scritte da Seneca negli anni 60 del I secolo d.C. Anche in questo caso si tratta di un’etica dedicata a una persona concreta, Lucilio, a cui però il filosofo romano indirizza delle vere e proprie lettere, piuttosto agevoli da leggere perché piene di consigli e casi pratici.
Il testo, abbordabile soprattutto nella prima parte, risente molto dell’influenza che lo stoicismo aveva avuto su Seneca, ma può essere affrontato anche da chi è digiuno di filosofia. Tra i vari temi, tratta anche quello – caro a Seneca – della brevità della vita e in termini piuttosto moderni quello della schiavitù.
Agostino – Confessioni
Terminata la panoramica sul mondo classico, consigliamo una lettura anche di un filosofo che è stato in un certo senso proprio il trait d’union tra epoca classica ed epoca cristiana: Agostino di Ippona. Il celebre padre della Chiesa fu infatti filosofo di prim’ordine, capace di mediare tra Neoplatonismo e cristianesimo.
Le Confessioni sono, probabilmente, il suo testo più semplice, se non altro perché raccontano l’esperienza autobiografica dello stesso Agostino. Scritto nel 398, narra la vita del santo e la sua conversione alla religione cristiana, non nascondendo nulla del passato burrascoso (e poco virtuoso) del grande filosofo.
Michel de Montaigne – Saggi
Fortemente autobiografici sono anche i Saggi di Montaigne, pubblicati per la prima volta nel 1580. E anche in questi testi il filosofo francese – vissuto molti secoli dopo Agostino – non evita di mostrarsi quasi nudo ai propri lettori, nelle virtù e nelle debolezze.
L’intento, però, non è qui quello di avviare verso la conversione e la fede, quanto quello di studiare l’uomo. Montaigne presenta se stesso per analizzare l’essere umano, facendosi tra l’altro influenzare da varie dottrine antiche, dallo stoicismo allo scetticismo passando anche per l’epicureismo. Un testo corposo ma semplice e affascinante.
Galileo Galilei – Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
Nell’immaginario collettivo, Galileo Galilei è – assieme ad Isaac Newton – il prototipo dello scienziato moderno. E lo è a ragione, visto che è stato quello che forse più di tutti ha segnato la storia della scienza, elaborandone il metodo e individuandone alcune leggi fondamentali. Ma proprio per via del suo interesse metodologico, fu a tutti gli effetti anche un filosofo.
Tra le sue opere, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo è quella più accessibile e storicamente più importante. Ed è anche molto bella. In essa, tramite un fittizio dialogo tra tre personaggi, Galileo presentò (e sostenne) il sistema copernicano contrapponendolo a quello aristotelico. E questa scelta gli costò un celebre processo.
Cartesio – Discorso sul metodo
Il Discorso sul metodo fu la prima opera pubblicata dal francese Cartesio, nel 1637. Uscì come prefazione di alcuni saggi scientifici, ma oggi viene (giustamente) presentata da sola, perché racchiude tutti i presupposti filosofici del sistema cartesiano, uno dei più importanti dal punto di vista filosofico dell’età moderna.
In essa Cartesio cercò di delineare le regole del suo metodo e di fondarlo, cioè di giustificarne l’uso. Lo fece mettendo in dubbio ogni forma di conoscenza, fino ad arrivare al celeberrimo cogito ergo sum. E da lì ricostruì. Il tutto in un saggio breve e di lettura relativamente facile.
Søren Kierkegaard – Aut-Aut
La filosofia nella sua storia ha affrontato argomenti diversissimi, dall’indagine sulla natura del cosmo a quella sui vari sistemi politici. Una delle branche della disciplina che però non smettono mai d’affascinare è quella esistenziale, quella cioè che cerca di rispondere alla domanda: «Che senso ha la mia vita e come devo viverla?»
Una delle risposte più interessanti (anche se non definitiva) a questo quesito si trova nel capolavoro di Kierkegaard, Aut-Aut. Lì, con uno stile a volte anche molto diretto, basato su esperienze e racconti di vita, il filosofo danese presenta due modalità esistenziali: la vita estetica e la vita etica. Con i loro pro e i loro contro.
Friedrich Nietzsche – Umano, troppo umano
Friedrich Nietzsche è stato sicuramente uno dei pensatori più importanti degli ultimi secoli. I suoi testi, però, non sono sempre semplici da decifrare, perché il filosofo tedesco amava usare un linguaggio metaforico, allusivo, in certi testi anche pieno di parabole e racconti di difficile interpretazione.
Umano, troppo umano, pubblicato per la prima volta nel 1878, è però un saggio più accessibile di altri, e comunque molto interessante. È quello che apre il cosiddetto periodo illuministico, in cui Nietzsche affronta temi esistenziali con l’obiettivo di distruggere i miti e gli inganni del passato.
Sigmund Freud – L’interpretazione dei sogni
Freud forse non fu un filosofo, o almeno lui non si sarebbe probabilmente definito così. Ciononostante, i suoi testi – basati su ricerche mediche, ma da un certo punto di vista opinabili – rappresentano un barlume di sistema di pensiero, coerente ed articolato.
L’interpretazione dei sogni è probabilmente il suo saggio più famoso e anche uno dei più accessibili, perché ricco di casi clinici e di esemplificazioni. Mostra come il sogno sia per Freud la via maestra per conoscere l’inconscio, nonostante i vari mascheramenti che vengono messi in atto dal Super-Io.
Bertrand Russell – Storia della filosofia occidentale
Nella prima parte della nostra lista abbiamo dedicato spazio anche a libri che, in un modo o nell’altro, forniscono una sorta di panoramica su tutto l’evolversi della storia della filosofia. Nessuno di essi, però, è un manuale vero e proprio. E forse neppure quest’ultimo che vi presentiamo lo è, anche se vi si avvicina.
Stiamo parlando della Storia della filosofia occidentale scritta durante la Seconda guerra mondiale da Bertrand Russell. Non priva di alcune interpretazioni anche partigiane, è però un testo molto accessibile e perfino a tratti divertente, scritto da uno dei più grandi filosofi del Novecento. Merita una lettura.
E voi, quale libro di filosofia preferite?
Beh, tra i libri consigliati non vedo nulla di esistenzialismo… Sarà perché ci sono particolarmente affezionato, ma trovo che un altro buon libro da consigliare sia “L’esistenzialismo è un umanismo” di Sartre.