
Sembra incredibile a dirsi, ma quest’anno il Marvel Cinematic Universe compie dieci anni. Era il 2008 infatti quando nelle sale cinematografiche uscì Iron Man, diretto da Jon Favreau, con protagonista Robert Downey Jr.
A quella pellicola ne sono seguite molte altre, incentrate su supereroi noti e meno noti dell’Universo Marvel. Tutte parti di un più ampio mosaico narrativo che confluirà questo mese in Avengers: Infinity War, uno dei film più attesi di sempre, non solo dagli appassionati.
L’occasione è propizia dunque per guardare al passato e mettervi a conoscenza di cinque curiosi aneddoti che hanno caratterizzato la storia di questo redditizio franchise cinematografico.
Indice
1. I Marvel Studios non volevano Robert Downey jr.
Il passato che ritorna
Se si dovesse pensare a un attore-simbolo del Marvel Cinematic Universe, la scelta di molti con ogni probabilità ricadrebbe su Robert Downey Jr., che con la sua verve ironica e il suo carisma ha saputo far ottenere i primi successi di pubblico ai film incentrati sugli eroi Marvel.
Qualcuno però non era d’accordo in origine con questo casting. Tra questi c’erano i dirigenti dei Marvel Studios, preoccupati dal tormentato passato dell’attore, il quale era appena uscito da un processo di riabilitazione per abuso di sostanze stupefacenti e in un paio di occasioni era stato anche arrestato.
In suo aiuto intervenne però il regista Jon Favreau, il quale aveva scelto personalmente l’attore come protagonista del primo film di Iron Man.
Più volte Favreau difese la sua scelta, ricevendo all’inizio solo dei netti dinieghi. Alla fine però riuscì a convincere anche i più scettici della bontà di questa decisione, poiché nella storia personale di Downey Jr. si potevano ritrovare alcuni aspetti della caratterizzazione di Tony Stark.
E, col senno di poi, possiamo solo ringraziare Favreau per essersi battuto in questo modo.
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2. Scarlett Johansson non doveva essere la Vedova Nera
Una seconda scelta azzeccata
Quando per Iron Man 2 del 2010 venne prevista la prima apparizione sul grande schermo del personaggio della Vedova Nera, la prima attrice a essere contattata per questo ruolo non fu Scarlett Johansson, come tutti potremmo pensare, bensì Emily Blunt, protagonista di pellicole quali Il diavolo veste Prada o Edge of Tomorrow.
Le trattative andarono avanti per alcuni mesi. Alla fine però l’attrice fu costretta suo malgrado a dover rifiutare l’ingaggio, in quanto si era già impegnata per le riprese di un’altra pellicola, I fantastici viaggi di Gulliver.
Oltre alle tempistiche in contrasto, e su cui si sarebbe potuto trovare un accordo, a chiudere ogni discorso fu la 20th Century Fox, la quale esercitò un diritto di prelazione contrattuale.
Fu dunque solo a seguito di una seconda procedura di casting che venne selezionata Scarlett Johansson. Il tempo, e le tempistiche, hanno giocato a suo favore. Emily Blunt, comunque, dopo tanti anni riuscirà a lavorare per una produzione Disney. Sarà infatti la nuova Mary Poppins, in un film la cui uscita è prevista per Natale di quest’anno [1].
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3. Chris Evans non voleva accettare il ruolo di Captain America
I rischi del successo
Chris Evans è divenuto col tempo, al pari di Robert Downey Jr., uno degli attori più rappresentativi del Marvel Cinematic Universe, grazie alle sue più che buone interpretazioni nel ruolo di Captain America. Cosa che risulta ancora più particolare, se si considera che quando venne contattato la prima volta nel 2010 non aveva alcuna intenzione di accettare.
Evans arrivò infatti a rifiutare il ruolo dell’eroe a stelle e strisce per ben tre volte, in altrettante, distinte occasioni. E non, come si potrebbe pensare, per mere dispute economiche.
L’attore in realtà temeva le conseguenze per la sua vita privata che un film del genere, rivolto alla più ampia fascia di pubblico, avrebbe comportato, con inevitabili e a volte spiacevoli limitazioni alle abitudini ordinarie di ogni giorno e alla propria privacy.
Un primo incitamento ad accettare arrivò da Robert Downey Jr., il quale fece notare a Evans anche i vantaggi che un ruolo del genere avrebbe comportato, come esplorare nuove possibilità di carriera e maggiore libertà nell’accettare o meno altri ingaggi.
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Un successivo incontro con gli executives dei Marvel Studios convinse infine Evans ad accettare la parte. Per nostra fortuna, in questa occasione, Captain America non si è spostato.
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4. Stan Lee effettua i suoi cameo per contratto
Una scelta voluta
Uno dei momenti più attesi di ogni pellicola del Marvel Cinematic Universe è il cameo dello sceneggiatore Stan Lee, creatore di decine di personaggi quali Spider-Man, Iron Man o Hulk.
Lee è apparso decine di volte, interpretando i ruoli più disparati (una guardia di sicurezza, un corriere, un giocatore d’azzardo, un barista… persino sé stesso!), ma forse pochi sanno che è stato Stan Lee stesso a richiedere di comparire in ogni film possibile, esigendo una specifica clausola contrattuale.
A onor del vero la clausola specifica che lo sceneggiatore debba comparire nelle pellicole che vedano protagonisti i personaggi da lui ideati, ma nel corso degli anni lo abbiamo visto fare comparsate anche in film con eroi creati da altri, quali Captain America o Guardiani della Galassia.
Questo perché ormai la sua presenza è divenuta come uno status symbol per un Marvel movie e registi e produttori ne sono ben consapevoli.
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5. Il film più redditizio
Gli artigli della Pantera
Premesso che Avengers: Infinity War quasi di sicuro batterà ogni record, la pellicola del Marvel Cinematic Universe che alla data odierna ha ottenuto più successo sul territorio statunitense non è il primo film degli Avengers, come si potrebbe pensare, bensì Black Panther di Ryan Coogler, uscito questo febbraio.
E nessuno probabilmente avrebbe mai immaginato che il film con protagonista Chadwick Boseman avrebbe ottenuto un tale successo.
Eppure il giusto bilanciamento tra dramma e ironia, il trattare temi importanti come la diversità e l’integrazione senza le consuete superficialità e personaggi di contorno che non sfigurano di fronte all’interprete principale hanno saputo creare un passaparola tra il pubblico. Pubblico che ha tenuto il film nelle sale per mesi.
Non solo, questa pellicola ha ottenuto il plauso anche di importanti personalità politiche quali Michelle Obama o Hillary Clinton.
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Black Panther, d’altronde, è la migliore dimostrazione di come i film del Marvel Cinematic Universe possano rimanere buoni prodotti di intrattenimento – non dimentichiamoci mai che è per questo che sono concepiti – senza tuttavia snaturare la natura dei vari personaggi o far finta che il mondo esterno sia qualcosa di alieno.
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Note e approfondimenti
[1] Per conoscerla meglio, leggete questa recente intervista concessa a Vanity Fair. ↑