I 19 migliori film sul calcio (inglese, italiano, femminile, mondiale)

Fuga per la vittoria, uno dei più famosi film sul calcio

Lo sport ha un pathos tutto particolare: ci esalta e ci delude, alimenta le nostre speranze e di colpo le abbatte, è pieno di storie di sacrificio, di dolore, di rivalse e di vittorie. Insomma, ha tutti gli elementi per fornire la trama per un buon film, e infatti molte sono le pellicole che si concentrano su particolari imprese sportive.

Ovviamente nella lista ideale dei film di questo genere non possono mancare quelli dedicati al calcio, lo sport più diffuso al mondo, anche se la sua storica scarsa popolarità negli Stati Uniti – dove il cinema è di casa – ha spesso frenato la realizzazione di film calcistici ad alto budget, per privilegiare quelli sul baseball, sul football americano o sul basket.

In ogni caso, alcune pellicole interessanti ci sono, in certi casi realizzate ad Hollywood ma più spesso in Europa e in particolare in Gran Bretagna, dove il football fu inventato. Scopriamole assieme tramite la nostra solita guida.

 

1. Fuga per la vittoria

Sicuramente il più grande – e forse in realtà l’unico – kolossal in cui il gioco del calcio la fa da padrone è Fuga per la vittoria, film del 1981 diretto nientemeno che da John Huston, regista all’epoca ormai settantacinquenne ma che in carriera aveva diretto autentici capolavori come Il mistero del falco, Il tesoro della Sierra Madre o Giungla d’asfalto.

Lo spunto della storia derivava da un fatto di cronaca già portato al cinema negli anni ’60 in Ungheria: durante l’occupazione tedesca dell’Ucraina, nel 1942, i nazisti organizzarono infatti due partite di calcio contro degli internati in campi di concentramento locali.

I tedeschi persero entrambe le gare, nonostante le forte pressioni fatte sui giocatori ucraini, che erano tutti ex calciatori della Dinamo e della Lokomotiv di Kiev.

Per lungo tempo si è raccontato che i giocatori ucraini furono fucilati dopo la seconda vittoria, ma in realtà il destino dei vari calciatori fu più complesso e variegato, anche se subirono diverse ritorsioni dagli occupanti a causa del troppo impegno dimostrato nelle partite.

Michael Caine, Sylvester Stallone, Max Von Sydow e… Pelé

Nel film l’azione è spostata in Francia, dove un ufficiale tedesco – ex calciatore della Nazionale del suo paese – riconosce tra i prigionieri vari colleghi britannici: per questo decide di organizzare una partita tra una selezione di detenuti e una rappresentativa di soldati tedeschi, partita che ben presto gli viene tolta di mano dai gerarchi per farne un’occasione di propaganda.

Gli Alleati, intanto, prendono contatti con la Resistenza e organizzano la fuga nel corso dell’intervallo dell’incontro. Il passivo immeritato dopo i primi 45 minuti, però, convincerà i prigionieri a ritornare in campo per ribaltare il risultato e dimostrare ai tedeschi di essere i più forti.

Una scena di Fuga per la vittoria
L’elemento che ha reso celebre il film, oltre alla trama “eroica”, è la presenza di numerosi calciatori professionisti nel cast.

Al fianco di Michael Caine, Sylvester Stallone e Max Von Sydow, infatti, recitavano Pelé (all’epoca poco più che quarantenne, del quale si ricorda la rovesciata nel gol del pareggio) e Bobby Moore (capitano della Nazionale inglese campione del mondo nel 1966).

Ma poi c’erano anche Osvaldo Ardiles (all’epoca ancora giocatore della Nazionale argentina), Paul Van Himst (ex stella dell’Anderlecht), Kazimierz Deyna (polacco all’epoca appena approdato al campionato americano) e altri.

 

2. L’allenatore nel pallone

Dall’eroismo e dal dramma di Fuga la vittoria spostiamoci ora su lidi completamente diversi: appena tre anni dopo l’uscita di quel film, infatti, in Italia ottenne un grande successo, diventando ancora più di culto, un nuovo film con calciatori professionisti nel cast, il demenziale L’allenatore nel pallone.

Il cinema italiano non era nuovo a pellicole di questo genere. Già nel 1970 Alberto Sordi aveva interpretato (e in parte sceneggiato) Il presidente del Borgorosso Football Club, film che si addentrava in maniera un po’ grottesca nel modo di intendere il calcio in Italia.

Nel 1983 – e cioè appena un anno prima de L’allenatore nel pallone – era poi uscito Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento, film in cui Alvaro Vitali cercava di prendere in giro la nuova moda dei calciatori stranieri che si stavano sempre più imponendo nella nostra serie A.

La storia tragicomica di Oronzo Canà

Il film di Sergio Martino si inseriva quindi in un filone già consolidato, ma seppe conquistare il cuore degli spettatori italiani, che ancora lo considerano forse il miglior film sul calcio italiano e sul suo mondo.

Al centro della storia c’era il mediocre allenatore Oronzo Canà, interpretato da un Lino Banfi dallo spiccato accento pugliese, assunto dalla neopromossa Longobarda con l’obiettivo segreto – ignoto perfino allo stesso mister – di guadagnare in fretta la retrocessione per far quadrare meglio i conti.

Lino Banfi in L'allenatore nel pallone, uno dei film di maggior successo della sua filmografia
Nonostante la sua ignoranza tattica, l’allenatore riuscirà comunque a salvare la squadra, anche in questo caso decidendo di optare per l’orgoglio piuttosto che cedere alle facili lusinghe del denaro.

Nel cast, come detto, figurano – anche se per brevi apparizioni – molti dei più grandi calciatori che giocavano in Italia nel periodo: fanno una comparsata Roberto Pruzzo, Ciccio Graziani, Carlo Ancelotti, Zico, Oscar Damiani e molti altri, oltre agli allenatori Giancarlo De Sisti e Niels Liedholm.

 

3. Sognando Beckham

Dopo aver visto una produzione statunitense e una italiana, spostiamoci in Gran Bretagna, dove negli ultimi anni sono stati realizzati alcuni tra i più significativi film dedicati al gioco del calcio.

Se, in questo senso, Febbre a 90° (tratto da un bel libro sull’Arsenal di Nick Hornby) aveva aperto il filone a fine anni ’90, fu soprattutto Sognando Beckham, del 2002, a dargli il successo internazionale.

Una fucina di future star

Nella pellicola, diretta dalla regista inglese di origini indiane Gurinder Chadha, trovavano spazio infatti una serie di attori che avrebbero poi sfondato ad Hollywood o comunque nello show business americano.

C’era l’allora sconosciuta Keira Knightley, appena diciassettenne, sarebbe diventata una delle attrici più pagate del mercato, capace, già l’anno successivo, di ottenere un successo travolgente con La maledizione della prima luna.

Nel cast figurava poi il venticinquenne Jonathan Rhys-Meyers, che aveva già recitato in qualche pellicola importante come Velvet Goldmine, ma da lì in poi iniziò ad ottenere le prime parti da protagonista, recitando pochi anni dopo in Match Point.

C’era infine Parminder Nagra, la più matura del gruppo, che sarebbe entrata già l’anno successivo nel cast di E.R., rimanendoci per sei stagioni, diventando poi una delle protagoniste di The Blacklist.

Quando le immigrate indiane praticano il calcio femminile

La storia del film si concentra sulla ragazza indiana Jess, da poco trasferitasi a Londra con la famiglia ma insofferente nei confronti delle tradizioni della sua cultura; vorrebbe infatti, invogliata dalla coetanea Jules, entrare in una squadra di calcio femminile che sta disputando un torneo estivo.

La faccenda si complica ulteriormente da un lato quando tra Jess e il bell’allenatore Joe sembra nascere qualcosa, che però provoca la gelosia di Jules, e dall’altro quando la finale del torneo viene a coincidere con il matrimonio della sorella, ponendo la giovane calciatrice indiana davanti a un dilemma morale.

Una scena di Sognando Beckham
Il film, prodotto con un budget tutto sommato limitato, fu un inaspettato successo al botteghino, ma fu accolto molto bene anche dai critici, che ne apprezzarono la visione progressista riguardo al ruolo della donna e all’integrazione etnica.

In realtà il copione iniziale, scritto dalla stessa Chadha e dai suoi collaboratori, era da questo punto di vista anche più innovativo, visto che il finale vedeva le due ragazze dichiararsi un amore reciproco, un’idea che fu poi abbandonata per paura di scioccare eccessivamente il pubblico indiano.

 

4. Il mio amico Eric

Finora abbiamo presentato le diverse facce del calcio: il lato eroico, quello comico, quello entusiasmante. I tre film che abbiamo già visto, però, sono tutti a lieto fine, mentre sappiamo che lo sport non sempre ci porta a gioire, e anzi per ogni vittoria e soddisfazione c’è una sconfitta in agguato dietro l’angolo.

Il mio amico Eric è anch’esso in realtà un film a lieto fine, ma in fondo dotato di uno sguardo molto più amaro e sincero su questo grande gioco e su quello che significa per la gente.

La storia ci presenta un uomo di mezz’età di Manchester, Eric, un postino con una vita piuttosto disastrata: trent’anni prima ha abbandonato la moglie e la figlia, e ora vive assieme ai due figliastri lasciatigli dalla seconda ex moglie, uno dei quali si è messo pure nei guai con una gang di spacciatori.

Oltretutto, ha il terrore di confrontarsi con la prima moglie. La sua unica via di fuga è il calcio, visto che è tifosissimo del Manchester United.

I consigli di vita di Eric Cantona

La sua vita cambia quando, dopo aver consumato della marijuana trovata tra le cose del figliastro, inizia ad avere delle allucinazioni che gli fanno vedere nientemeno che Eric Cantona, l’ex stella proprio dello United.

Mentre lui cercherà di far rivivere all’ex giocatore i momenti più straordinari della sua carriera, cercando di cogliere il segreto di quelli che sono stati per lui, tifoso, dei momenti magici, il francese inizierà a dargli dei consigli per raddrizzare la sua situazione, sfruttando il calcio come metafora di vita.

Una scena de Il mio amico Eric
Il film, diretto da uno specialista della classe operaia britannica come Ken Loach, è uscito nel 2009 ed è stato ottimamente accolto dalla critica, che ne ha sottolineato la capacità di essere allo stesso tempo toccante e divertente, riflessivo e scanzonato.


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Anche gli incassi sono stati tutto sommato buoni in rapporto al budget, anche se in America il film ha avuto qualche difficoltà a causa della scelta – comune tra l’altro a molti film di Loach – di far recitare il protagonista in uno stretto accento di Manchester, quasi incomprensibile ai non inglesi.

 

5. Il maledetto United

Qualche tempo fa abbiamo dedicato un articolo alla gloriosa storia del Leeds United, una delle squadre di calcio più particolari del pur variegato panorama inglese.

Il team, infatti, ha attraversato un periodo di grandissimi successi a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, arrivando a primeggiare in Inghilterra e in Europa ma anche a legare il suo nome – in maniera forse indelebile – a uno stile di calcio molto maschio e rude, che non risparmiava nulla agli avversari.

Proprio nel bel mezzo di quel ciclo di successi, la squadra si trovò all’improvviso senza allenatore: l’artefice del “miracolo Leeds”, Don Revie, fu infatti nominato manager della Nazionale inglese nel 1974 e la squadra in maglia bianca fu costretta a cercare rapidamente un allenatore di prima fascia, in modo da far continuare il ciclo di successi.


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A sorpresa, per l’incarico fu scelto Brian Clough, l’allenatore forse più agli antipodi, per filosofia e stile di gioco, rispetto a Revie, e ancora più sorprendente fu il fatto che Clough accettasse l’incarico, visto che negli anni precedenti, quando era alla guida del Derby County, aveva spesso attaccato Revie e la sua squadra.

La storia di Brian Clough

La permanenza di Clough – che è considerato il miglior manager della storia inglese, visto che riuscì a vincere lo scudetto con due provinciali prese in Second Division come il Derby e, successivamente, il Nottingham Forest – sulla panchina del Leeds fu brevissima.

Dopo appena 44 giorni, infatti, la squadra era nettamente in zona retrocessione e l’allenatore, odiato sia dai giocatori che dalla tifoseria, venne esonerato. Quei 44 giorni, però, sono passati alla storia del calcio perché raccontati prima in un bel libro di David Peace, poi in un film diretto nel 2009 da Tom Hooper.

Una scena de Il maledetto United
La pellicola, che come il libro si prende molte libertà rispetto al reale svolgimento dei fatti, trova la sua forza nella capacità di coinvolgere lo spettatore in una storia di sport ma anche di valori, di ambizione e di fallimenti, e soprattutto nel lavoro di alcuni eccellenti professionisti.

Clough è interpretato dall’ottimo Michael Sheen (visto in The Queen, dove interpretava Tony Blair, ma anche in Underworld, Frost/Nixon, alcuni capitoli della saga di Twilight, Midnight in Paris e la serie Masters of Sex), ma nel cast ci sono anche Timothy Spall, Jim Broadbent ed altri.

 

Altri 14 film sul calcio, oltre ai 5 già segnalati

Se il calcio è lo sport più seguito al mondo, un motivo ci sarà: è spettacolare, tiene col fiato sospeso e regala emozioni. Un po’ come i film. Così non deve stupire che i film dedicati a questo sport siano cresciuti di numero col passare degli anni. Eccone altri 14, perlopiù recenti, con cui completare la vostra cineteca.

 

Febbre a 90°

Tratto da un divertente e appassionato romanzo di Nick Hornby, Febbre a 90° è un film inglese diretto nel 1997 da David Evans. Il protagonista ha un rapporto d’amore particolarmente complicato con l’Arsenal, che però si risolve magicamente nel finale del campionato 1988-89. Ad interpretarlo, tra l’altro, è Colin Firth, in uno dei suoi primi ruoli importanti.

Pelé

Pelé è il film biografico del 2016 dedicato al grande campione brasiliano, considerato, assieme a Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi. Scritto e diretto da Jeff e Michael Zimbalist, il film si concentra sull’infanzia dell’attaccante, fino alla vittoria del Mondiale del 1958.

 

Maradona – La mano de Dios

Diego Maradona rappresenta per molti l’alternativa a Pelé: l’uno argentino, l’altro brasiliano; l’uno estroso, l’altro acrobatico; l’uno anticonformista, l’altro entrato nel sistema. E anche Maradona ha un suo bel film biografico, Maradona – La mano de Dios, diretto da Marco Risi nel 2007.

Shaolin Soccer

Sottotitolato Arbitri, rigori e filosofia zen, Shaolin Soccer è forse il più originale dei film della nostra lista. Co-scritto, diretto e interpretato da Stephen Chow, ci presenta un ex monaco shaolin che decide di riunirsi ai suoi vecchi compagni per applicare le arti marziali al gioco del calcio (con esiti comici).

 

Gli eroi della domenica

I film che abbiamo scelto sono tutti piuttosto recenti, con l’unica eccezione di questo Gli eroi della domenica, diretto nel 1952 da Mario Camerini. Al centro della trama c’è il tentativo di corruzione del centravanti di una provinciale, ma sono da notare anche i vari interpreti: Raf Vallone, Marcello Mastroianni, Franco Interlenghi, Paolo Stoppa.

Goal!

Goal! è il primo capitolo di una trilogia di film prodotti tra gli Stati Uniti, il Regno Unito e il Messico. Diretto da Danny Cannon, questa prima pellicola ci fa fare la conoscenza di Santiago Muñez, un ragazzo messicano che ha l’occasione di sfondare andando a giocare per il Newcastle, in Inghilterra.

 

Best

Maradona e Pelé sono stati indubbiamente i più grandi, ma tra i calciatori più affascinanti anche per la loro parabola umana bisogna sicuramente citare anche George Best. A lui è stato dedicato, nel 2000, il film Best, diretto da Mary McGuckian e interpretato da John Lynch.

Il presidente del Borgorosso Football Club

L’avevamo citato anche qualche riga più sopra: Il presidente del Borgorosso Football Club è forse il primo film che ha aperto il filone calcistico-comico italiano. Fu diretto nel 1970 da Luigi Filippo D’Amico e interpretato da Alberto Sordi e vide anche una apparizione di Omar Sivori.

 

Prima del calcio di rigore

È poco noto ma interessante, anche se forse un po’ datato, anche Prima del calcio di rigore, a volte conosciuto anche come La paura del portiere prima del calcio di rigore. Il film, del 1972, venne diretto dal maestro Wim Wenders e tratto da un romanzo di Peter Handke, che collaborò anche alla sceneggiatura.

Ultrà

All’interno dei film dedicati al calcio esiste un interessante filone di pellicole che si concentrano sui tifosi, a volte anche con toni tragici. Questo è anche il caso di Ultrà, film del 1991 di Ricky Tognazzi con, tra gli interpreti, Claudio Amendola, Ricky Memphis e il fratello del regista, Gianmarco Tognazzi.

 

Eccezzziunale… veramente

Italiano è anche Eccezzziunale… veramente, ma di genere completamente diverso. Diretto nel 1982 da Carlo Vanzina, è un film demenziale che nel corso degli anni è diventato un piccolo fenomeno di culto, soprattutto per i personaggi interpretati con abilità da Diego Abatantuono.

4-4-2 – Il gioco più bello del mondo

4-4-2 è una pellicola interessante e originale del 2006 prodotta da Paolo Virzì con alcuni giovani registi intenti a dirigere quattro diversi episodi legati al mondo del calcio. Tra gli interpreti ci sono Nino D’Angelo, Alba Rohrwacher, Valerio Mastandrea e altri ancora.

 

Maradona di Kusturica

Segnaliamo, prima di chiudere, un secondo film su Maradona, che oltre che alla sua carriera calcistica dedica ampio spazio alla sua figura, al suo impatto e anche al suo pensiero perfino politico. Stiamo parlando di Maradona di Kusturica, film-documentario diretto dal grande regista serbo Emir Kusturica.

L’uomo in più

Concludiamo con L’uomo in più, esordio – datato 2001 – di Paolo Sorrentino dietro alla macchina da presa. Il film, anche scritto dal regista e interpretato da Toni Servillo, presenta le vite parallele di due uomini finiti: uno un calciatore vagamente ispirato alla figura di Agostino Di Bartolomei, l’altro un cantante pop.

 

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Ecco cinque memorabili film sul calcio: vota il tuo preferito.

 

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