
Quando si fanno le superiori, ci si imbatte continuamente in volumi che hanno fatto la storia della letteratura italiana. Sono i libri classici, quei romanzi o quelle raccolte di poesie che da decenni tutti gli studenti sono costretti a studiare, e che formano quindi il patrimonio letterario della nostra lingua.
In genere, questi volumi non sono troppo amati dai ragazzi. La scuola ha infatti, spesso, l’indubbio difetto di riuscire a trasformare un piacere in una fatica, un diletto in un compito. E quindi romanzi, drammi e poesie che erano stati scritti per intrattenere la mente diventano argomento di verifica.
Finita la scuola, però, a volte accade qualcosa di magico. Gli ex studenti possono infatti riprendere in mano quelle vecchie letture, e riscoprirne il fascino. O, nel caso in cui le si fosse amate già a scuola, godersele senza la fatica e lo stress dei voti.
Ma quali sono, allora, i classici da leggere assolutamente una volta nella vita? Quali i libri più belli della nostra letteratura?
Invece di darvi i nostri soliti consigli articolati in cinque soli titoli, abbiamo deciso – vista l’importanza dell’argomento – di lanciare un grande sondaggio, sotto la solita etichetta #5cosesocial. E cioè di chiedere l’opinione dei nostri lettori. Ecco quali sono stati i risultati della nostra indagine.
Indice
1. Dante Alighieri – Divina Commedia
Com’era prevedibile, a dominare la classifica è stata la Divina Commedia di Dante. Il capolavoro in versi non sembra risentire affatto del passare degli anni, e rimane infatti in testa al gradimento anche dei nostri lettori più giovani, che non a caso l’hanno votato in massa.
Non è difficile, d’altronde, immaginare quali siano i punti di forza dell’opera di Dante Alighieri. Al di là della sua importanza storica, essa riesce a coniugare sentimenti e azione, ironia e dramma, storia ed invenzione, in un connubio probabilmente insuperabile.
Il più grande capolavoro della nostra letteratura, così, piace ai giovani che ne apprezzano la vena polemica e pure qualche capatina nel triviale, ma anche alle persone più mature, che ne ricordano la bellezza dei versi e l’assoluto senso ritmico dei vari canti.
Certo, più che il Purgatorio e il Paradiso, a restare nel cuore dei lettori è soprattutto l’Inferno, con la sua rappresentazione delle cadute e delle debolezze umane. Ma sono comunque sorprendenti le percentuali che l’opera – pur studiata con frequenza quasi maniacale a scuola – ha riscosso tra i nostri lettori.
La storia del capolavoro di Dante
Nelle varie fasi del nostro sondaggio, infatti, la Divina Commedia ha sempre sbaragliato tutti gli avversari che hanno tentato di opporsi al suo dominio, con percentuali spesso vicine al 75%. Agli altri, quindi, rimanevano solo le briciole, e solamente in finale si è vista una parziale forma di resistenza al suo dominio.
Composta probabilmente tra il 1306 e il 1321, l’opera è considerata anche all’estero uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale. In tutto il libro è composto da 100 canti, 33 per ogni “cantica” più un proemio iniziale.
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Come ben sapete, racconta del viaggio immaginario compiuto dallo stesso Dante – autore e contemporaneamente personaggio dell’opera – attraverso i vari regni dell’aldilà, fino a giungere al contatto con la Trinità. L’autore viene accompagnato da Virgilio nell’Inferno e nel Purgatorio e da Beatrice in Paradiso.
Con la sua rappresentazione dei grandi del suo tempo e soprattutto dei peccati e delle beatitudini, l’opera di Dante è un perfetto specchio della mentalità medievale e un tassello fondamentale della nostra storia, anche per l’importanza che ebbe nel consolidamento della lingua.
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2. Luigi Pirandello – Il fu Mattia Pascal
Se il primo gradino della nostra classifica era abbastanza scontato, più sorprendente è chi è arrivato al secondo posto. Non ci sono né Manzoni né Leopardi, infatti, in questa posizione, ma Luigi Pirandello con uno dei suoi romanzi più famosi, Il fu Mattia Pascal.
Le opere di Pirandello che avremmo potuto usare in questo sondaggio erano in realtà molte. Tra i romanzi avremmo potuto proporre anche Uno, nessuno e centomila, tra le opere teatrali Sei personaggi in cerca d’autore e tra i racconti qualcosa dalle Novelle per un anno.
Abbiamo optato, però, per Il fu Mattia Pascal perché risulta più spesso assegnato come lettura nei licei ed è più spesso citato nelle antologie scolastiche. E, a quanto pare, piace anche molto ai nostri lettori, che l’hanno fatto arrivare secondo dietro alla Divina Commedia.
Nei quarti di finale Il fu Mattia Pascal ha eliminato La coscienza di Zeno di Svevo, che spesso viene studiato e letto nello stesso periodo, e il Canzoniere di Petrarca. Anche i poderosi Canti di Giacomo Leopardi, che non sono riusciti ad arrivare in finale, non sono riusciti a reggerne il confronto.
La doppia identità
Il fu Mattia Pascal, d’altronde, fu la prima opera di Pirandello ad avere successo. Venne pubblicato nel 1904, quando il suo nome era ancora ignoto ai più, ed ebbe subito un grande successo presso il pubblico sia italiano che straniero.
Diversa, però, fu l’opinione della critica del tempo. Imbevuta di stile ottocentesco e al limite di dannunzianesimo, non seppe cogliere la novità dei temi e della scrittura dell’autore siciliano. Ma questo fu un destino simile a tante opere di Pirandello, anche teatrali, il cui valore fu spesso riconosciuto tardi.
La trama, com’è noto, ruota attorno a Mattia Pascal, marito infelice e indebitato. Dopo l’ennesimo litigio, dovuto anche ai lutti patiti e all’antipatia della suocera, prende un treno e parte in direzione di Marsiglia, con l’intenzione di imbarcarsi per l’America. Ma a Montecarlo comincia a giocare d’azzardo e vince una grande somma.
Poco dopo, scopre che nel suo paese d’origine è stato ritrovato un cadavere e che la moglie e la suocera l’hanno riconosciuto come il suo, quello di Mattia Pascal. Così, liberato da ogni vincolo, decide di assumere l’identità di Adriano Meis e di ricominciare da zero, capendo però presto che non è possibile, davvero, azzerare il proprio passato.
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3. Alessandro Manzoni – I promessi sposi
Onestamente, pensavamo che I promessi sposi sarebbero stati la sorpresa in negativo di questo sondaggio. Il romanzo di Alessandro Manzoni è infatti una delle letture obbligate del nostro programma scolastico, e già questo tende a rendere odioso un libro.
In più, il capolavoro del romanticismo italiano ha ormai i suoi anni, e manifesta una prosa e una trama che – per quanto assai moderne all’epoca – oggi possono sembrare sorpassate agli occhi dei lettori moderni.
Così, in realtà, non è stato. I nostri fan su Facebook, sia giovani che meno giovani, continuano ad apprezzare il romanzo di Manzoni, o quantomeno a considerarlo un pezzo inamovibile della nostra storia letteraria. Forse anche per la forza dei personaggi, da don Abbondio a Renzo, da fra Cristoforo all’Innominato, così presenti nella nostra memoria collettiva.
I promessi sposi ha quindi vinto facilmente il suo girone di partenza, quello dei quarti di finale, con quasi il 50% dei voti complessivi. In semifinale, poi, si è sbarazzato di un altro romanzo storico come Il nome della rosa e delle poesie di Giacomo Leopardi, concludendo poi al terzo posto finale.
Renzo e Lucia
Frutto di un lungo lavoro, il romanzo fu pubblicato in una prima versione ancora acerba nel 1827 e poi più volte rimaneggiato fino al 1842. L’epoca della storia, però, non è l’Ottocento romantico, né la Milano dominata dagli austriaci, ma la stessa città in mano spagnola nel Seicento.
Primo romanzo storico della nostra letteratura, racconta le disavventure di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, sposi promessi ma il cui matrimonio «non s’ha da fare». Il parroco che li deve sposare, don Abbondio, decide difatti di desistere dopo le minacce di un paio di bravi.
Lucia, infatti, ha destato l’attenzione di don Rodrigo, signorotto locale che ora medita anche di farla rapire. Da lì cominciano varie peripezie che si legano anche alle sorti più generali di Milano: la città lombarda viene infatti colpita dalla peste.
Dopo rapimenti, fughe, sorprese e digressioni – tra cui una delle più famose è quella che riguarda la monaca di Monza –, Manzoni porta a compimento il suo romanzo con un lieto fine. Ovvero, col trionfo della Provvidenza, che nell’intento moralistico dell’autore permette agli uomini di superare le avversità della vita.
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4. Ludovico Ariosto – Orlando furioso
Concludiamo ora con le due posizioni ai piedi del podio, entrambe provenienti dal XVI secolo. Al quarto posto troviamo infatti l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, poema cavalleresco ultimato nel 1516 a Ferrara, dove l’autore risiedeva.
Un poema che riprende le fila della tradizione medievale, e in particolare del ciclo carolingio, però allo stesso tempo innovandolo. Simbolo della letteratura dell’Italia cortigiana e rinascimentale, l’opera di Ariosto guarda anche con una certa nostalgia ai valori del passato, ormai perduti a causa della decadenza morale.
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Composto da 46 canti scritti in ottave – per un totale di quasi 40mila versi –, il testo doveva essere una sorta di seguito dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo, scritto una trentina di anni prima. Finì però presto per distaccarsene, anche per la presenza di tecniche narrative nuove e per un maggior equilibrio tra le sue diverse anime.
Nel nostro sondaggio il libro è partito subito bene, mettendosi davanti, nel primo turno, a libri ben più moderni come Il nome della rosa e I Malavoglia. In semifinale, poi, è stato superato dal Mattia Pascal di Pirandello, ma ha preceduto capolavori come Se questo è un uomo e Le avventure di Pinocchio.
La complessa trama del poema
La trama del poema si sviluppa lungo tre diverse direttrici. C’è, prima di tutto, la linea epica, già privilegiata anche dal Boiardo nel suo antecedente. Questa prevede lo scontro tra cristiani e saraceni, che si conclude con la vittoria dei primi.
Poi c’è la linea amorosa, che ha al centro la bella Angelica, desiderata da numerosi spasimanti e causa primaria della pazzia di Orlando. Lei infatti finirà per non scegliere un paladino cristiano, ma il musulmano Medoro. I due, innamorati, scrivono anche il loro nome sugli alberi e sulle pareti delle rocce ed è proprio questo particolare a causare la pazzia dell’eroe.
Infine, c’è l’aspetto encomiastico. Ariosto, come detto, viveva a Ferrara, protetto dalla corte degli Este. Per questo racconta anche di come uno dei personaggi, Ruggiero, discendente dei troiani, si converta al cristianesimo e finisca per sposarsi con Bradamante, paladina di Francia, sorella di Rinaldo e cugina di Orlando.
Proprio da questa unione sarebbe derivata poi la casa d’Este, a cui Ariosto – come già Boiardo – voleva dedicare l’opera. E il celebre proemio del poema, infine, riassume tutte queste diverse trame e tendenze:
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto
5. Niccolò Machiavelli – Il principe
A chiudere la nostra cinquina è Il principe di Niccolò Machiavelli, l’unico testo non narrativo del nostro elenco. E se anche non si tratta né di un romanzo, né di un poema, non è facile far indossare un’etichetta a quest’opera. Perché, come hanno notato gli studiosi, non è nemmeno del tutto un trattato di dottrina politica.
La categoria a cui si può farlo più facilmente appartenere è, forse, quella del manuale divulgativo. In esso, infatti, Machiavelli intendeva dare qualche semplice ma efficace consiglio pratico a chi assumeva il potere politico, soprattutto per fare in modo che potesse conservarlo.
Scritto nel 1513, negli stessi anni in cui Ariosto componeva il suo Orlando furioso, doveva servire a Machiavelli ad ottenere il perdono da parte dei Medici e tornare così a Firenze. Si trovava infatti in quel periodo confinato a Sant’Andrea in Percussina, in campagna, perché sospettato di aver partecipato a una congiura.
La prima versione a stampa è datata però solo 1532, anche perché lo stesso Machiavelli vi aggiunse il capitolo conclusivo qualche tempo dopo.
Le caratteristiche di chi detiene il potere
Il testo è composto da una dedica e da ventisei capitoli in cui vengono delineate le caratteristiche che un principe deve avere per gestire al meglio il potere. Tramite una serie di esempi tratti dal presente e dal passato, Machiavelli fornisce quindi una serie di regole per il principe futuro.
In questo senso, diventa emblematica la figura di Cesare Borgia. La storia del Valentino diventa infatti un esempio di come si dovrebbe mantenere lo Stato, anche quando lo si acquisisca per fortuna. Figlio del papa, Borgia riuscì infatti a muoversi molto bene e ad assoggettare la Romagna.
Il suo progetto di mantenere il potere anche dopo la morte del padre, però, fallì, anche perché non riuscì a influire con saggezza sull’elezione del papa successivo. Ma la sua vita non è da biasimare, quanto piuttosto da imitare.
Tra tutte le massime esposte nel libro, infine, due sono particolarmente note. La prima, quella secondo cui “il fine giustifica i mezzi”, è in realtà una semplificazione del pensiero di Machiavelli, che riferiva, eventualmente, quella norma alla sola ragion di stato.
La seconda, che il principe deve avere “della volpe e del leone“, e cioè deve saper ingannare e usare la forza, è invece la più fedele e memorabile.
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Come ha funzionato #5cosesocial
I gironi sui libri classici della letteratura italiana
Ma come siamo riusciti ad arrivare a questi risultati? Ve lo spieghiamo subito. In primo luogo, abbiamo selezionato 30 titoli, quelli che solitamente si leggono nel programma di letteratura italiana delle superiori. Li abbiamo quindi divisi in sei gruppi, tutti rigorosamente da 5 elementi, cercando di mantenere un equilibrio tra le diverse epoche e gli stili.
Questi sei gruppi sono diventati quindi i nostri quarti di finale. Li abbiamo presentati sulla nostra pagina Facebook a partire da lunedì 11 dicembre, uno al giorno per sei giorni. E lì vi abbiamo chiesto di esprimere le vostre preferenze, arrivando così a mettere in ordine i cinque libri di ogni gruppo.
I primi due classificati hanno passato automaticamente il turno, accedendo alle semifinali; oltre a loro, sono però andati avanti anche i tre migliori terzi. Si sono quindi svolte le semifinali, articolate in tre gruppi. Infine, da questi tre gironi sono emersi i cinque finalisti.
Come già accaduto con altri nostri sondaggi, su Facebook si è votato usando i “like button”, le reazioni: mettere il cuore, il “mi piace”, il sorriso, la faccia stupita o la lacrimuccia ha permesso ai nostri lettori di dare il voto al libro preferito.
Qui di seguito, quindi, trovate i gruppi e i risultati che sono emersi giorno per giorno. Gustateveli.
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Quarti di finale
Gruppo A: 11 dicembre 2017
Divina Commedia di Dante Alighieri: 73,64%
Gerusalemme liberata di Torquato Tasso: 8,70%
Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi: 11,96%
Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati: 3,53%
La luna e i falò di Cesare Pavese: 2,17%
Hanno votato 368 persone (qui il sondaggio su Facebook).
Passano il turno Divina Commedia e Le avventure di Pinocchio. Gerusalemme liberata, invece, correrà per il ripescaggio.
Gruppo B: 12 dicembre 2017
La locandiera di Carlo Goldoni: 19,78%
I promessi sposi di Alessandro Manzoni: 47,25%
Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi: 6,59%
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: 20,33%
La tregua di Primo Levi: 6,05%
Hanno votato 182 persone (qui il sondaggio su Facebook).
Passano il turno I promessi sposi e Il Gattopardo. La locandiera potrebbe però essere ripescata.
Gruppo C: 13 dicembre 2017
Decameron di Giovanni Boccaccio: 35,11%
Operette morali di Giacomo Leopardi: 20,21%
Le confessioni d’un italiano di Ippolito Nievo: 1,06%
Se questo è un uomo di Primo Levi: 41,49%
La Storia di Elsa Morante: 2,13%
Hanno votato 94 persone (qui il sondaggio su Facebook).
Passano il turno Se questo è un uomo e Decameron. Le Operette morali potrebbero però essere ripescate.
Gruppo D: 14 dicembre 2017
Canzoniere di Francesco Petrarca: 11,16%
Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo di Galileo Galilei: 6,38%
Canti di Giacomo Leopardi: 23,01%
Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello: 43,73%
La coscienza di Zeno di Italo Svevo: 15,72%
Hanno votato 439 persone (qui il sondaggio su Facebook).
Passano il turno Il fu Mattia Pascal e i Canti di Leopardi. La coscienza di Zeno concorrerà invece per il ripescaggio.
Gruppo E: 15 dicembre 2017
Orlando furioso di Ludovico Ariosto: 33,67%
Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi: 16,71%
I Malavoglia di Giovanni Verga: 22,44%
Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani: 3,99%
Il nome della rosa di Umberto Eco: 23,19%
Hanno votato 401 persone (qui il sondaggio su Facebook).
Passano il turno Orlando furioso e Il nome della rosa. I Malavoglia potrebbe invece venire ripescato.
Gruppo F: 16 dicembre 2017
Il principe di Niccolò Machiavelli: 38,35%
Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo: 21,05%
Cuore di Edmondo De Amicis: 11,65%
Il piacere di Gabriele D’Annunzio: 12,78%
I nostri antenati (Il visconte dimezzato/Il barone rampante/Il cavaliere inesistente) di Italo Calvino: 16,17%
Hanno votato 266 persone (qui il sondaggio su Facebook).
Passano il turno Il principe e Ultime lettere di Jacopo Ortis. I nostri antenati concorrerà invece per essere ripescato.
Girone dei migliori terzi
I Malavoglia di Giovanni Verga (gruppo E): 22,44%
Operette morali di Giacomo Leopardi (gruppo C): 20,21%
La locandiera di Carlo Goldoni (gruppo B): 19,78%
I nostri antenati di Italo Calvino (gruppo F): 16,17%
La coscienza di Zeno di Italo Svevo (gruppo D): 15,72%
Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (gruppo A): 8,70%
Passano quindi il turno I Malavoglia, Operette morali e La locandiera.
Semifinali
Gruppo 1: 18 dicembre 2017
Divina Commedia di Dante Alighieri: 65,16%
Decameron di Giovanni Boccaccio: 12,10%
Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo: 4,66%
Operette morali di Giacomo Leopardi: 7,29%
I Malavoglia di Giovanni Verga: 10,79%
Hanno votato 686 persone (qui il link su Facebook)
Passa il turno Divina Commedia, ma il Decameron potrebbe essere ripescato.
Gruppo 2: 19 dicembre 2017
Il principe di Niccolò Machiavelli: 23,60%
Canti di Giacomo Leopardi: 20,71%
I promessi sposi di Alessandro Manzoni: 37,35%
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: 4,93%
Il nome della rosa di Umberto Eco: 13,41%
Hanno votato 589 persone (qui il link su Facebook)
Passa il turno I promessi sposi. Il principe potrebbe però venire ripescato.
Gruppo 3: 20 dicembre 2017
Orlando furioso di Ludovico Ariosto: 25,68%
La locandiera di Carlo Goldoni: 3,83%
Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi: 11,20%
Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello: 40,16%
Se questo è un uomo di Primo Levi: 19,13%
Hanno votato 366 persone (qui il sondaggio su Facebook).
Passa il turno Il fu Mattia Pascal. L’Orlando furioso potrebbe però venire ripescato.
Girone dei migliori secondi
Orlando furioso di Ludovico Ariosto: 25,68%
Il principe di Niccolò Machiavelli: 23,60%
Decameron di Giovanni Boccaccio: 12,10%
Passano il turno Orlando furioso e Il principe
La finale
22 dicembre 2017
Divina Commedia di Dante Alighieri: 60,86%
Orlando furioso di Ludovico Ariosto: 6,35%
Il principe di Niccolò Machiavelli: 6,06%
I promessi sposi di Alessandro Manzoni: 10,04%
Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello: 16,69%
Hanno votato 677 persone (qui il sondaggio su Facebook).