I nomi di cinque resistenti piante da appartamento

Guida alle più resistenti piante da appartamento

A volte non bisogna sforzarsi poi così tanto per ottenere dei grandi risultati. Anzi, più dello sforzo e dell’impegno è in certi casi importante sapere bene con che cosa si ha a che fare. E saper operare le scelte corrette.

È così anche con le piante. C’è chi, come la sottoscritta, è negato per far crescere e mantenere in vita qualsiasi vegetale, eppure a volte può ottenere dei buoni risultati anche in appartamento scegliendo di acquistare piante che sopperiscano ai suoi difetti e alle sue dimenticanze, piante che siano in grado di sopravvivere anche a persone prive di pollice verde.

Scopriamo allora insieme queste piante tramite una guida a quelle più resistenti.

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Sansevieria

La pianta che in estate va annaffiata una volta ogni due settimane

La SansevieriaPartiamo dalla Sansevieria, una pianta molto bella dalle foglie carnose e allungate, che escono dal fusto e stanno erette, verdi ma con tracce più scure nello stile del marmo e, a volte, con bordi dorati. In realtà, all’interno di questo nome generico si raggruppano una cinquantina di varietà diverse di pianta.

Si distinguono per la lunghezza delle foglie (quelle della Sansevieria hahnii hanno forma triangolare e non superano i 10 cm, quelle della Sansevieria trifasciata laurentii arrivano anche a 45 cm) e per lo spessore delle stesse.

Dal punto di vista ambientale, vanno bene in appartamento, visto che soffrono le temperature inferiori ai 10-13 °C mentre sopportano bene gli ambienti caldo-secchi tipici delle abitazioni. È inoltre meglio che non stiano sotto i raggi del sole.

In estate – a meno che la temperatura non sia troppo calda – basta un’innaffiatura ogni due settimane. In autunno-inverno si può diradare, anche perché tendono a marcire, se innaffiate troppo.

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Una veloce pulizia delle foglie con un panno umido, poi, dà lucentezza alla pianta e le fa fare un figurone. Inoltre va rinvasata ogni anno, più o meno a marzo-aprile, mentre per quanto riguarda i parassiti bisogna solo stare attenti alle coccinelle.

Infine, due curiosità. La pianta è originaria sia dell’Africa che della Malesia, e a volte è chiamata anche Lingua di suocera, anche se questo nome si trova associato pure ad altri vegetali come l’Epiphyllum.

Deve il suo nome al duca Pietrantonio Sanseverino, al quale il botanico Vincenzo Petagna dedicò nel ‘700 la pianta appena scoperta. Il naturalista svedese Thumberg, poi, sbagliò a trascriverne il nome, trasformandola da sansevierina in sansevieria.

 

Pothos

Perfetta per farla cadere da cesti sospesi

Il PothosAltra pianta davvero adatta a chi è alle prime armi è anche il Pothos – o Scindapsus –, un rampicante sempreverde che di solito viene sistemato in cesti sospesi per sfruttarne la forma.

Originaria delle Isole Salomone, la pianta può essere coltivata appunto come ricadente oppure anche come rampicante se si dispone di un opportuno tutore. Ha foglie lucide, di un bel verde brillante, a volte con striature bianche, gialle o argentate.

Anche in questo caso però non ha particolari necessità ed è famosa per adattarsi più o meno a tutti gli ambienti interni, cosa che la rende molto comune negli appartamenti. La temperatura ideale per il suo sviluppo è compresa tra i 13 ed i 27 °C, stando solo attenti alle correnti d’aria fredda. Ama la luce ma non i raggi diretti del sole.

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Per quanto riguarda l’acqua, va innaffiata spesso in estate, usando come riferimento il terreno e aspettando che sia asciutto prima di procedere. Inoltre è bene, sempre nei periodi caldi, nebulizzare un po’ d’acqua sulle foglie 3-4 volte alla settimana.

Un accorgimento utile può essere anche quello di porre un piattino (o, meglio ancora, un sottovaso) con dell’argilla espansa e un filo d’acqua alla base del vaso del Pothos, in modo che, con l’evaporazione, l’ambiente possa mantenersi umido.

Non c’è bisogno di potature, né la pianta fiorisce. È anche molto facile farla riprodurre tramite talea di fusto radicata in terra o tramite una divisione della pianta e delle radici al momento della rinvasatura.

Oppure ancora si può prelevare una talea di fusto e sistemarla in un recipiente colmo d’acqua fino a quando la talea non avrà radicato, per poi sistemarla in un piccolo vaso.

 

Clorophytum

Il Falangio o, come la chiamano gli inglesi, la Pianta Ragno

Il Falangio o ClorophytumSimile alla Sansevieria per la forma delle foglie – che però qui non stanno ritte ma ricadono a rosetta – è anche il Clorophytum. Una pianta nota dalle nostre parti anche con i nomi di Nastrino o Falangio e con quello di Pianta Ragno nei paesi anglosassoni, a causa di una forma che può ricordare la posa di un ragno con le zampe arcuate.

Originaria del Sudafrica, è anche questa perfetta per l’appartamento perché le temperature in cui si trova più a suo agio sono quelle comprese tra i 14 e i 28 °C. Necessita di luce ma meglio non quella diretta del sole.

Non ha bisogno di abbondanti innaffiature se non d’estate, quando comunque possono bastare anche un paio di interventi a settimana. Anche in questo caso è buona norma vaporizzare un po’ d’acqua sulle foglie.


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A partire dalla primavera possono comparire, lungo gli steli biancastri che si sviluppano nel centro della rosetta delle foglie, i piccoli fiori della pianta. Non c’è bisogno di potare, anche se bisogna eliminare le foglie che via via si seccano.

Infine, sempre in primavera ed in estate è bene concimare la pianta un paio di volte al mese. In inverno invece può bastare una volta al mese. Anche qui si può far riprodurre la pianta o tramite la suddivisione dei cespi, oppure con talea o per propaggine di ciuffetti di foglie.

Prima di chiudere, una curiosità. Secondo uno studio condotto dalla NASA negli anni ’80 su vari tipi di piante, il Clorophytum ha la capacità di purificare l’aria assorbendo addirittura il 95% del monossido di carbonio.

 

Edera

Il rampicante che può star bene anche in appartamento

L'edera può essere tenuta anche in casaL’edera la conoscete di sicuro tutti e non ha certo bisogno di presentazioni. Non molti, però, sanno che, oltre che rampicante che cresce sui ruderi, è anche una pianta che senza troppo sforzo può essere coltivata in appartamento. Facendo buona scena di sé e dando una certa soddisfazione.

Di per sé l’edera è un rampicante molto resistente, con foglie caratteristiche a 3 o 5 lobi, che cresce a ridosso dei muri (specie quelli esposti a nord, essendo resistente al freddo e meno al caldo) o nei sottoboschi erbosi.

Si presenta sia strisciante che abbarbicata, arrivando ad altezze anche superiori ai 20 metri. Nelle sue varianti a foglie piccole o a crescita lenta, però, può essere sistemata anche in appartamento.

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Va annaffiata con una certa frequenza anche se moderatamente ma, come detto, è molto resistente e questo le permette di sopravvivere anche a periodi di siccità. In ogni caso, per renderla più rigogliosa è utile in primavera ed estate usare anche del concime a base di azoto.

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La si moltiplica sia per semina che per talea, e non ha grosse difficoltà a crescere ovunque. Resiste infine bene ai parassiti più comuni, con l’unica eccezione di alcuni tipi di acari.

Anche qui vi lasciamo con una curiosità. Secondo la leggenda, l’edera comparve per proteggere Dioniso appena nato dal fuoco che stava bruciando il corpo di sua madre, fuoco che si era generato a causa di un fulmine lanciato da Zeus. Per questo a Tebe la pianta – chiamata perikiosos, perché avvolgeva le colonne – era consacrata al dio.

 

Crassula ovata

L’Albero di Giada che non ha quasi bisogno d’acqua

La Crassula ovata, una delle più resistenti piante da appartamentoConcludiamo la rassegna con una pianta grassa di origine africana che è molto bella da vedere e non necessita di sforzi. Stiamo parlando della Crassula ovata, nota come Albero di Giada.

La sua principale caratteristica è quella di avere una struttura da piccolo arbusto. A volte può superare anche un metro d’altezza ma nella maggior parte dei casi rimane piccola, facendola somigliare quasi ad un bonsai. Le foglie sono tondeggianti e carnose, di colore verde scuro.

Come detto, è davvero semplice da coltivare. Ama il sole – e quindi va messa in piena luce – ma non essere innaffiata.

Infatti basta darle acqua solo una volta al mese (anche se con gli esemplari più giovani è meglio alzare la frequenza a una volta a settimana). Di conseguenza sopporta anche molto bene il caldo e la siccità, mentre quando la temperatura scende sotto ai 7 °C è meglio tenerla all’interno.

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Inoltre è nota per depurare l’aria dalle sostanze chimiche e per assorbire le emissioni nocive degli apparecchi elettrici. Tra quelle che abbiamo presentato finora è infine forse, con il Pothos, quella più semplice da riprodurre.

Basta infatti prenderne un ramo di piccole dimensioni e appoggiarlo sul terreno, annaffiandolo a dovere, affinché si generi in pochi giorni una nuova pianta.

 

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