Occhi di gatto: personaggi, nome e destino dopo l’ultima puntata

Le tre sorelle ladre protagoniste di Occhi di gatto

Ci sono cose che non finiscono mai. L’attesa alle poste all’ora di punta. L’incubo in cui ci si sottopone nuovamente all’Esame di maturità. E, soprattutto, le repliche di Occhi di gatto, il celebre anime anni ’80.

Trasmesso in Italia per la prima volta tra il 1985 e il 1986, questo cartone animato è stato riproposto decine e decine di volte negli anni. Partito (e più volte replicato) su Italia 1, è poi passato anche per Rete 4, Canale 5, di nuovo Italia 1 (negli anni ’90 e ’00), Italia Teen Television, Boing, Nickelodeon, La 5, Frisbee, Man-Ga.

Se dovessimo conteggiare le ore di tutte le volte che gli episodi sono stati trasmessi, ci accorgeremmo che i personaggi di Occhi di gatto, probabilmente, ci hanno tenuto compagnia più di moltissimi altri. E quindi ci renderemmo conto di quanto familiari ci sono le tre sorelle ladre e i loro nomi, come anche la sigla d’apertura.

Se però è da tanto che non capitate in quelle frequenze, o se siete giovani e avete iniziato a vedere la serie per la prima volta, vale la pena di fare il punto. E anche di capire come si concludono le avventure dei protagonisti, visto che il finale dell’ultima puntata dell’anime è famoso per lasciare lo spettatore nell’incertezza. Procediamo.

 

1. Sheila

Se vogliamo presentare i personaggi di Occhi di gatto non si può non partire da Sheila, la protagonista. Nel manga da cui il cartone è tratto il suo nome è Hitomi ed è la ragazza di mezzo delle tre sorelle Kisugi [1].

All’inizio della serie ha 24 anni. L’età le consente di unire le migliori caratteristiche delle due sorelle. Da un lato, infatti, è relativamente matura, di sicuro più giudiziosa di Tati. Dall’altro ha anche la forza della gioventù, tanto è vero che risulta essere la più atletica delle tre.

Sheila, il membro di mezzo delle Occhi di gattoDelle tre è inoltre l’unica ad avere un fidanzato stabile. E che fidanzato! Matthew, di cui parleremo, è infatti il principale antagonista di Occhi di gatto, anche se non riesce mai a trionfare. Questo strano connubio è alla base di molte trame della serie. Inoltre Sheila manifesta spesso una certa gelosia nei confronti della collega di Matthew, Alice.

Quello però che è più interessante da dire sulla ragazza è il destino finale della sua storia d’amore con Matthew. Un destino che è ben diverso, tra anime e manga. E per capire il perché di questa differenza dobbiamo fare un passo indietro e spiegare come funzionano i cartoni animati in Giappone.

Manga e anime in Giappone

Nel paese del Sol Levante, come forse saprete, l’industria del fumetto è molto florida. Esistono svariate riviste che pubblicano ogni settimana storie a fumetti. Si tratta di riviste antologiche, destinate ad esempio a un pubblico di ragazzi o di ragazze o di bambini, all’interno delle quali vengono ospitate varie serie.

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Ogni settimana compare una nuova avventura di ogni serial a fumetti, di solito piuttosto breve, composta da poche pagine. I fumetti più popolari si guadagnano poi la ristampa in volumetti monotematici, chiamati tankōbon, che raccolgono varie avventure uscite su rivista.

La copertina dell'ultimo tankōbon di Cat's Eye

I fumetti giapponesi, i manga, inoltre non sono eterni. A differenza di quelli occidentali, infatti, nascono già destinati a finire. L’autore ha in mente una trama generale, anche se non sa ancora esattamente per quanto riuscirà a portarla avanti. I manga che non vengono apprezzati dal pubblico chiudono infatti in fretta, mentre quelli che “sfondano” durano anche parecchi anni.

Le case di produzione televisiva stanno molto attente al mercato dei fumetti. E quando una serie pare avere successo ne opzionano i diritti per farne un anime. Spesso, quando questo successo è molto forte, la serie a cartoni animati parte prima ancora che quella a fumetti sia conclusa.

Così può anche accadere che il cartone animato “superi” il fumetto. Nel senso che i produttori televisivi siano costretti a inventare nuove storie, visto che hanno esaurito quelle tratte dal fumetto, visto che gli episodi televisivi escono a ritmo più incalzante delle storie a fumetti. Un po’ quello che sta accadendo di recente con certe serie TV americane ispirate a romanzi o fumetti.

I due finali di Occhi di gatto

Così è avvenuto anche per Occhi di gatto. La prima stagione dell’anime è la trasposizione del fumetto, ma la seconda è inventata da zero. E così anche il finale dei due prodotti – manga e anime – è notevolmente differente.

Sheila al telefono con MatthewL’anime si concluse prima ed ha un finale apertissimo. Non viene risolta nessuna delle trame principali: le tre sorelle non trovano il padre e il rapporto d’amore tra Sheila e Matthew rimane sospeso. Nel manga, che fu concluso dopo l’anime, l’autore Tsukasa Hōjō chiuse invece almeno la trama amorosa.

Parleremo di entrambi i finali procedendo con questo articolo. Se, quindi, non volete spoiler (anche se la serie ha ormai più di trent’anni), fermatevi qua. Altrimenti proseguite.

 

2. Kelly

La sorella maggiore

La maggiore e la più saggia nel gruppo delle sorelle è invece Kelly (Rui in originale). Nel fumetto ha 27 anni, ma sembra dimostrarne molti di più. Le sorelle – cresciute sostanzialmente da sole – la considerano in un certo senso una mamma. E lei non fa nulla per mitigare questo ruolo materno.

Anche all’interno della banda si dimostra come la più ragionevole, la mente, quella che elabora i piani. Come forse ricorderete, le sorelle non rubano infatti per il gusto del furto o per necessità economiche. Hanno infatti un bar che funge sì da copertura, ma che dà anche loro da vivere. E non sono certo dedite al lusso.

Un album di figurine Panini dedicato a Occhi di gatto

I furti hanno invece un’origine molto più personale. Le ragazze, infatti, non sanno che fine abbia fatto il padre [2], un pittore e collezionista d’arte di origine tedesca.

Dopo la nascita di Tati e la morte della madre, infatti, l’uomo fu vittima di un incendio doloso e si persero le sue tracce. Anche le sue opere finirono in mano ad altre persone. Ora le ragazze tentano di recuperare tutti questi quadri, sperando che possano condurle a un qualche indizio su di lui.

 

3. Tati

Il lato più comico della serie è affidato a Tati (o Ai, nell’originale nipponico). La ragazza ha infatti un carattere giocoso e scherzoso, dato anche dal fatto che ha 16 anni e frequenta ancora il liceo. La sua ironia si scaglia spesso contro Matthew, il fidanzato della sorella e poliziotto che indaga sulla banda. D’altronde, lui è così imbranato da attirare naturalmente le battute.

Nonostante la giovane età, partecipa attivamente ai furti della banda. La sua dote principale è la naturale predisposizione a costruire complicati aggeggi meccanici. È però a volte imprudente, e durante i colpi tende a cacciarsi nei guai.

Tati, la più piccola delle sorelleLei è in un certo senso la protagonista del primo dei due finali di cui vi abbiamo promesso notizie. L’ultima puntata della serie animata, infatti, si intitola Finzione o realtà. E si incentra sul fatto che proprio Tati si mette a scrivere un copione teatrale per uno spettacolo scolastico.

L’ultima puntata dell’anime

Questo copione viene intitolato Occhi di gatto, e non è altro che la storia reale delle tre sorelle spacciata per finzione. Le cose si complicano, però, quando a recitare finiscono non studenti liceali, ma Sheila, Kelly, Matthew, Alice e il capo di Matthew. Insomma, c’è il rischio – quasi la certezza – che questi personaggi si accorgano che il copione è ispirato alla realtà.

La puntata, se volete saperlo, finisce in modo interlocutorio. Durante lo spettacolo pare che perfino Matthew – il meno intuitivo dei detective – si accorga della verità. E, terminata la messa in scena, lo confida a Sheila. Lei gli chiede cosa farebbe se tutto ciò fosse vero e lui, semplicemente, le dice di smetterla di scherzare.

Le tre sorelle della banda Occhi di gatto

Insomma, un finale che non è un vero finale. Ma un motivo, per questa strana scelta produttiva, in realtà c’è. Da un lato, come detto, chi realizzava il cartone animato ancora non sapeva quale epilogo Tsukasa Hōjō volesse dare al manga. Dall’altro, si pensava di poter realizzare anche una terza stagione dell’anime.

Alla fine quest’ipotetica terza stagione non si fece, e la storia rimase così, sospesa nel nulla.

 

4. Matthew

Arriviamo finalmente a parlare del principale antagonista, che per una volte non è un nemico vero e proprio ma addirittura un amante. Il personaggio di Matthew – o Toshio Utsumi nell’originale giapponese – è infatti il vero motore della serie.

È lui, col suo doppio ruolo di innamorato ed investigatore, a dare origine a tutte le tensioni, i fraintendimenti, i rischi e perfino i triangoli amorosi. Nella serie ha 25 anni ed è fidanzato con Sheila dai tempi del liceo. È ovviamente innamoratissimo di lei, e le gelosia della ragazza non hanno molto senso.

Matthew, alias Toshio Utsumi, il protagonista maschile di Occhi di gattoLavora nella polizia, alle dirette dipendenze di quello che viene solamente chiamato “Capo“. Costui è un uomo di mezza età, commissario della seconda sezione criminale del distretto di polizia Inunari, a Tokyo. Nel manga ha un atteggiamento abbastanza paterno nei confronti di Toshio, ma nell’anime è molto più irascibile.

Un complice a sua insaputa

D’altronde, la responsabilità dei furti di Occhi di gatto ricade sempre su di lui e la sua agognata promozione si fa sempre più un sogno. Per questo sfoga le frustrazioni, spesso, su Matthew. Non rendendosi conto che ne avrebbe anche tutte le ragioni.

Il motivo per cui le tre ladre riescono a farla sempre franca, infatti, è spesso proprio Matthew. Le loro azioni funzionano infatti secondo uno schema all’apparenza illogico, ma in realtà molto funzionale. Prima di tutto, avvertono la vittima del furto che intendono fare, lasciando il loro famoso biglietto da visita.

La copertina di una raccolta italiana degli episodi di Occhi di gatto

A questo punto il collezionista d’arte si rivolge alla polizia, per avere maggiore protezione. Matthew si occupa di aumentare la sorveglianza, e ovviamente si lamenta di tutto il lavoro al bar delle ragazze, confessando loro le strategie messe in atto per bloccare le ladre.

Per le tre sorelle diventa quindi un gioco da ragazzi aggirare le protezioni e compiere il furto. Sheila è ovviamente molto innamorata di Matthew, e un po’ le dispiace di sfruttarlo in questo modo. Ma la missione di ritrovare il padre è più importante di qualche ramanzina subita dal proprio fidanzato.

E il finale del manga?

Dopo avervi raccontato come va a finire l’anime, ci rimane da vedere il finale del manga. Come detto, il fumetto fu concluso qualche tempo dopo rispetto alla versione animata. Questo diede all’autore, Tsukasa Hōjō, tutto il tempo per riflettere bene su come far finire la propria storia.

L'ultima pagina del manga di Occhi di gattoIn Giappone il manga si chiuse nel 1985 [3]. E anche nel fumetto le due trame principali – quella del destino del padre delle ragazze e quella d’amore – trovarono comunque una soluzione solo parziale.

Cranaff e il padre delle ragazze

Per quanto riguarda il padre, nel manga c’è un personaggio in più che infittisce il mistero. Si chiama Cranaff e, nonostante sia menzionato a lungo, compare solo negli ultimi episodi. Si rivela come il principale responsabile della sparizione di Michael Heinz e, tra l’altro, come il suo fratello gemello.

Le ragazze lo affrontano e riescono a scoprire come è avvenuto l’incendio che ha portato alla scomparsa del padre. Non riescono però a trovare l’amato genitore, anche se sanno che è ancora vivo da qualche parte. Cranaff, in un ultimo gesto forse di redenzione, muore nell’esplosione di un palazzo.

Sheila e Matthew

Per quanto riguarda la storia di Sheila e Matthew (o Hitomi e Toshio), il finale invece è conclusivo, anche se lascia aperta qualche possibilità di interpretazione. Ora che Cranaff è morto, infatti, le ragazze non hanno più bisogno di fare le ladre per cercare il padre.

Per questo Hitomi scrive un biglietto a Toshio, firmandosi come una delle gatte, quella da cui lui è profondamente attratto. E gli dice che, se vuole corrispondere il suo amore, deve farsi trovare a un appuntamento in riva al lago. È una delle molte prove a cui il ragazzo viene sottoposto.

Una delle scene finali del manga Cat's Eye
Quando la nebbia si dirada…

Toshio/Matthew si reca all’appuntamento, anche se sulla riva del lago c’è molta nebbia e non riesce a vedere in faccia la gatta. Comunque le parla e le confessa di essere innamorato di lei, ma di amare anche Hitomi. Per questo, le dice di sperare che lei e Hitomi siano la stessa persona (come in fondo da tempo sospetta).

La nebbia a quel punto si dirada, e la gatta si rivela effettivamente come Hitomi. Ma questo non è – come ci si aspetterebbe – il coronamento di un sogno. La ragazza infatti delude le aspettative del detective: lui è comunque un poliziotto e lei è comunque una ladra. Per questo non possono stare insieme.

A questo punto Hitomi scappa, e Toshio si mette ad inseguirla. Lei però riesce a prendere un aereo e a lasciare il paese.

Il finale in America

Tempo dopo, Toshio riceve una lettera, che gli comunica che le tre sorelle vivono in America. Lui nel frattempo ha lasciato il lavoro e quindi parte, desideroso finalmente di incontrare Hitomi e comunicarle di aver fatto la sua scelta.

Quando arriva dalle sorelle, però, trova che la ragazza ha perso la memoria. Gli spiegano che ha contratto una meningite virale, e che, se anche ora sta bene, non può ricordarsi di lui. I due comunque si recano al mare e qui sembrano ritrovare sintonia.

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La storia si conclude quindi con un lieto fine, almeno sul versante amoroso. Quello che non è chiaro, e che qualche fan ha messo in dubbio, è se la meningite di Hitomi fosse autentica. Per alcuni, infatti, si trattava solo dell’ennesimo test, per capire se Toshio avesse preso una decisione chiara.

 

5. Alice

La detective più pericolosa

Concludiamo con Alice, in originale chiamata Mitsuko Asatani. Anche lei molto giovane (ha solo 24 anni), è l’ispettrice di polizia che da subito affianca Matthew nel tentativo di scovare e arrestare le tre ladre che stanno mettendo in imbarazzo la polizia di Tokyo.

A differenza del collega, però, Alice è un’investigatrice molto preparata. Laureata in psicologia, abile tiratrice, esperta di combattimento corpo a corpo e molto atletica, rappresenta l’unica vera minaccia per le tre sorelle. Matthew e il Capo, infatti, si rivelano quasi sempre degli inetti al suo confronto.

Alice, ovvero Mitsuko Asatani, collega di MatthewNon è un caso che proprio Alice sia l’unica ad intuire la reale identità delle tre ladre. Quello che le manca, per arrestarle, sono unicamente le prove. Per questo nel corso della serie imbastisce spesso delle trappole volte a coglierle in flagrante.

Inoltre, c’è un movente anche molto più personale che la spinge ad agire contro Occhi di gatto. Anche lei infatti si è innamorata di Matthew, e l’arresto di Sheila rappresenterebbe un ottimo modo per conquistarlo. Per questo si genera un triangolo d’amore molto particolare tra lei, la ladra e il detective.

Questa questione è molto più approfondita nel manga rispetto all’anime. Nella versione a cartoni animati, infatti, Alice manifesta raramente attrazione nei confronti del collega. Nel manga, invece, tenta a volte anche di farsi avanti, in maniera per la verità piuttosto goffa.

 

Ecco cinque personaggi fondamentali di Occhi di gatto: vota il tuo preferito.

 

Note e approfondimenti

[1] Nell’anime fu cambiato anche il cognome, trasformandolo in Tashikel. Non è chiaro il motivo di questo cambiamento: è vero che Kisugi è un cognome tipicamente nipponico e quindi magari difficile per i bambini occidentali degli anni ’80, ma non è che Tashikel, in realtà, migliorasse le cose.
[2] Presentato col nome di Michael Heinz nel cartone animato e di Mikēru Haintsu in originale.
[3] In Italia invece i fumetti arrivarono più tardi, importati dalla Star Comics tra il 1999 e il 2000. Sono stati poi ristampati, nel 2012, da Planet Manga. Inoltre tra il 2012 e il 2015 sempre Planet Manga ha pubblicato anche il “remake” di Occhi di gatto: intitolato Cat’s Ai, è stato disegnato da Shingo Asai.

 

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