Ozzy Osbourne è un “mutante genetico” (e questo spiega molte cose)

Ozzy Osbourne, probabilmente, lo conoscete tutti. È una delle leggende del rock, soprannominato il “padrino dell’heavy metal”. Prima ha guidato infatti i Black Sabbath, poi si è dato alla carriera solista, riuscendo a vendere in tutto più di 100 milioni di dischi nel mondo. Molti però si sono chiesti come abbia fatto a sopravvivere agli anni di maggior successo, quando era risaputo che Ozzy si dedicava avidamente all’alcool, alle droghe e ad eccessi di tutti i tipi. Gli scienziati hanno una risposta: Ozzy Osbourne è un “mutante genetico”.

Nel 2010, infatti, alcuni ricercatori del Massachusetts chiesero a Osbourne di poter prelevare un suo campione di DNA. L’obiettivo era mappargli il codice genetico, per capire come quell’artista fosse riuscito ad arrivare più o meno sano e salvo alla sua età.

Ozzy Osbourne in una immagine del 2012 (foto di Alberto Cabello via Flickr)
Ozzy Osbourne in una immagine del 2012 (foto di Alberto Cabello via Flickr)

Sembra una cosa assurda, ma dal punto di vista medico non lo è per nulla. Il sospetto dei ricercatori, infatti, era che la capacità di resistere alle droghe e all’alcool potesse avere una componente genetica, e di sicuro Ozzy Osbourne era il caso di studio perfetto per mettere alla prova le loro ipotesi.

Di recente il professor Bill Sullivan, della School of Medicine dell’Università dell’Indiana, ha ripreso in mano quegli studi e li ha inseriti in un libro divulgativo che sta avendo un certo successo negli Stati Uniti. Il volume si intitola Pleased to Meet Me: Genes, Germs and the Curious Forces that Make Us Who We Are e si occupa, ovviamente, di genetica.

Al suo interno Sullivan scrive che «Ozzy è davvero un mutante genetico». Nel suo DNA, infatti, i ricercatori hanno riscontrato una mutazione genetica inedita, che secondo loro potrebbe essere alla base di questa estrema resistenza del cantante. Osbourne è nato nel 1948 e però è disintossicato ormai da qualche anno.

   

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