La principessa Leila: cinque curiosità su Carrie Fisher

Carrie Fisher e Mark Hamill, ovvero la principessa Leila e Luke Skywalker

Nata a Beverly Hills nel 1956, Carrie Fisher, scomparsa ormai da vari mesi, rimane indimenticabile nei ricordi di buona parte di noi come la principessa Leila Organa (Leia, negli adattamenti successivi al primo) della saga di Star Wars ideata da George Lucas.

Carrie Fisher tuttavia è stata più di questo, molto di più, non solo come attrice, ma anche come donna. Una personalità complessa, più complessa di quello che forse alcuni di voi riescono a immaginare, con alcune sfaccettature che meritano di essere approfondite.

Come fatto con Luke Skywalker/Mark Hamill, ecco dunque a voi cinque curiosità incentrate su quest’attrice la cui grazia e forza d’animo sono giunte fino a una galassia lontana lontana.

 

1. Figlia d’arte

Una travagliata vita familiare

Carrie Fisher è figlia degli attori e cantanti Eddie Fisher e Debbie Reynolds. Il padre tuttavia non le rimane accanto a lungo poiché, invidioso per qualche motivo della carriera di Debbie Reynolds, tradisce presto sua moglie con la migliore di amica di lei, Elizabeth Taylor, e i due dunque divorziano nel 1959.

Eddie Fisher diviene poi uno dei tanti mariti di Elizabeth Taylor, ma, come intuibile, anche la loro relazione non dura a lungo e termina nel 1964.

Una giovane Carrie Fisher con la madre Debbie Reynolds, in un'immagine tratta dal documentario sulle loro vite Bright Lights
Una giovane Carrie Fisher con la madre Debbie Reynolds, in un’immagine tratta dal documentario sulle loro vite Bright Lights

Carrie Fisher resta dunque sola con sua madre e i suoi fratelli, ma il rapporto familiare con Debbie Reynolds [1] non si rivela dei più semplici. Quest’ultima è infatti spesso lontana da casa per i suoi impegni lavorativi e la piccola Carrie soffre molto la mancanza dei propri genitori e di un affetto che non sente corrisposto.

Tanto che a un certo punto, ancor prima di divenire maggiorenne, entra in competizione con sua madre. Intraprende infatti a sua volta la carriera di attrice e smette di parlarle per molti anni – almeno dieci –, rifiutandosi anche di incontrarla.

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Il tempo tuttavia sana queste ferite emotive e alla fine Carrie Fisher trova la forza e la volontà di riappacificarsi con sua madre. Il rapporto madre/figlia dunque si ricompone e le due donne riescono ad andare d’accordo, senza che le loro carriere si frappongano più nella loro complicata relazione familiare.

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2. La dipendenza e il disturbo bipolare

Il Lato Oscuro del successo

La fama può dare molte soddisfazioni, a livello sia personale che monetario, ma anche molti problemi. Molti attori, a un certo punto della loro carriera, non sono stati più in grado di gestire l’inaspettata popolarità che è capitata loro. Carrie Fisher non rappresenta un’eccezione.

Dopo l’immenso successo di Star Wars: Una nuova speranza, la vita di Carrie Fisher cambia in maniera radicale e, non riuscendo a contenere l’emotività che deriva da una tale situazione, l’attrice trova una scappatoia nell’uso di sostanze stupefacenti.

Anzi, nell’abuso, tanto che inizia ad assumere cocaina anche mentre è impegnata nelle riprese de L’Impero colpisce ancora e The Blues Brothers.

Carrie Fisher sul set di Blues Brothers, con John Belushi e Dan Aykroyd
Carrie Fisher sul set di Blues Brothers, con John Belushi e Dan Aykroyd

Il crollo psicologico giunge poco dopo. A seguito di una overdose che rischia quasi di ucciderla, infatti, all’attrice viene diagnosticato un disturbo bipolare della personalità, ma lei rifiuta di accettare questa diagnosi per altri quattro anni. Per fortuna cambia idea prima di un crollo fatale.

Dopo ciò inizia un percorso riabilitativo lungo e tormentato, che tuttavia dà alla fine i suoi frutti, permettendole di riconsiderare la sua vita e la sua carriera lontano da Star Wars e dal successo che ne è derivato.

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3. L’attività di scrittrice

Un nuovo percorso

Mentre compie il suo percorso riabilitativo, Carrie Fisher inizia una carriera parallela e nuova: quella di scrittrice.

Uno dei libri di Carrie Fisher, Postcards from the EdgeIl suo primo romanzo, del 1987, si intitola Postcards from the Edge (Cartoline dall’Inferno). Nel descrivere la vita di un’attrice – Suzanne Vale – dipendente dalla droga e in eterno contrasto con sua madre, Carrie Fisher ritrae in realtà sé stessa, nel tentativo di effettuare una catarsi dei suoi demoni interiori.

Il libro ha un grande successo e viene anche adattato sul grande schermo da Carrie Fisher stessa nel 1990, per la regia di Mike Nichols e con Meryl Streep nel ruolo della protagonista [2].

Negli anni successivi, Carrie Fisher pubblica altri romanzi e autobiografie. Inoltre viene più volte contattata da alcuni registi quali Steven Spielberg o George Lucas per effettuare lavori non accreditati di revisione di sceneggiature cinematografiche o televisive, al fine di renderle più scorrevoli o evitare ripetizioni (il cosiddetto polishing).

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4. La vita dopo la principessa Leila

Non solo Star Wars

Dopo Leia Organa, Carrie Fisher non ha più interpretato un ruolo altrettanto importante e significativo. Tuttavia, diversamente dal suo collega Mark Hamill non è rimasta coinvolta nel typecasting e non è mai scomparsa del tutto dalle scene cinematografiche.

Già durante le riprese della prima trilogia di Star Wars, nel 1980, Carrie Fisher compare infatti nel ruolo della fidanzata vendicativa di Jake Blues (John Belushi) in The Blues Brothers di John Landis.

Carrie Fisher assieme a Meg Ryan in Harry, ti presento Sally...
Carrie Fisher assieme a Meg Ryan in Harry, ti presento Sally…

Dopo Il ritorno dello Jedi, invece, interpreta altri film in ruoli da protagonista o co-protagonista quali Harry, ti presento Sally…, Hannah e le sue sorelle (per la regia di Woody Allen), L’erba del vicino, Austin Powers e molti altri.

Oltre a Star Wars: Gli ultimi Jedi, l’ultimo film da lei interpretato – e che deve ancora essere distribuito – si intitola Wonderwell, incentrato su una ragazza che si ritrova all’improvviso adulta dopo aver attraversato un portale magico.

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5. La scomparsa

Addio, principessa

Il 23 dicembre 2016 Carrie Fisher si trova su un volo diretto a Los Angeles quando, pochi minuti prima dell’atterraggio, inizia a soffrire di un forte attacco di cuore che la porta a smettere di respirare.

Grazie a un passeggero, che le pratica la rianimazione cardiopolmonare, e ai paramedici, l’attrice viene messa sotto respirazione artificiale e portata in ospedale. Quattro giorni dopo, purtroppo, non si può far altro che constatarne il decesso.

Carrie Fisher poco prima della morteCome se questo non fosse abbastanza, il giorno successivo Debbie Reynolds ha un infarto e muore, unendosi così nella maniera più tragica a sua figlia.

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Gli esami autoptici rivelano che, al momento della morte, Carrie Fisher presentava tracce di stupefacenti nel suo corpo, ma non si riesce a stabilire con sicurezza se questi siano stati la causa del suo decesso o meno.

Quello che è certo invece è che Star Wars: Gli ultimi Jedi, di cui era riuscita a completare le riprese, sarà l’ultima pellicola in cui la vedremo protagonista. La pellicola in cui diremo addio a quella principessa determinata, ma allo stesso tempo dall’animo gentile.

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Ecco cinque curiosità su Carrie Fisher, la principessa Leila: vota la tua preferita.

 

Note e approfondimenti

[1] La Reynolds fu una delle più importanti attrici della Hollywood degli anni ’50, interprete di capolavori come Cantando sotto la pioggia, Il fidanzato di tutte, Pranzo di nozze e La conquista del West. Qui la potete vedere in alcuni dei suoi momenti migliori.
[2] Potete vedere una breve scena del film cliccando qui.

 

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