Il traforo del Monte Bianco ha 55 anni: quando i popoli si univano

Ricorre oggi l’anniversario dell’apertura del Traforo del Monte Bianco, avvenuta il 16 luglio 1965 alla presenza dei due Presidenti della Repubblica, l’italiano Giuseppe Saragat e il francese Charles de Gaulle. Fu, all’epoca, momento epocale, salutato con gioia e felicità per il legame che si stava ricreando tra i due popoli.

Il traforo, infatti, rappresentava l’epoca il tunnel più lungo del mondo era costato anni di lavori e sacrifici sia sul versante francese che su quello italiano. I primi progetti per unire rapidamente l’Italia e la Francia erano stati realizzati già nel 1946, ma si era dovuto attendere il 1957 e per cominciare i lavori.

Saragat e De Gaulle all'inaugurazione del Traforo del Monte Bianco
Il tunnel, che misura 11,6 km, venne subito preso d’assalto dagli automobilisti e dei camion, sia su un versante che sull’altro, tanto che appena due anni dopo si fece registrare il milionesimo veicolo che lo attraversava.
Oggi i veicoli lì transitati sono quasi 80 milioni, segno che il legame economico e turistico non si è affievolito.

E ancora più importante è il fatto che in quegli anni le aperture non erano certo molte. L’Europa era attraversata dalla cortina di ferro e pochi mesi prima a Berlino era stato eretto il muro. La stessa Francia tendeva a guardare con grande sospetto a progetti di integrazione europea che, pian piano, venivano messi sul piatto.

Per questo il Traforo del Monte Bianco rappresentava una speranza di integrazione, di superamento delle chiusure nazionali e di una ritrovata pace. Lo stesso de Gaulle, nel suo discorso, sottolineò infatti che proprio in quelle Alpi si era combattuto durante la Seconda guerra mondiale e che ora invece vi trovava spazio il passaggio di merci e persone.

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