
Gli anni ’70 rappresentano un periodo originalissimo nel panorama della moda mondiale. Questo decennio, intriso di cambiamenti sociali, politici e culturali, ha lasciato infatti un’impronta profonda anche nel campo del vestiario. Provate a pensarci: quando si parla di vestiti tipici degli anni ’70, inevitabilmente emergono immagini di colori sgargianti, disegni audaci e una varietà di stili che riflettevano le diverse correnti culturali dell’epoca. Dall’effervescenza del movimento hippie alla rivoluzione punk, passando per l’euforia della disco music, la moda di quegli anni era un autentico melting pot di influenze ed aspirazioni.
Non si può discutere di quel particolare periodo, d’altra parte, senza considerare come il vestiario abbia agito come una sorta di linguaggio visuale, capace di esprimere ideologie, appartenenze sociali e individualità.
Gli abiti diventavano manifesti ambulanti di un pensiero o di un sentimento, e spesso incarnavano il desiderio di rottura con le convenzioni e le aspettative sociali. Ecco perché, ancora oggi, i capi d’abbigliamento tipici di quel decennio mantengono un fascino e un valore simbolico ineguagliabili.
Oggi esploreremo cinque tipi di vestiti che hanno definito la moda degli anni ’70: dai pantaloni a zampa d’elefante che rappresentavano la cultura alternativa alle minigonne che incarnavano un nuovo concetto di libertà femminile.
Esamineremo anche l’importanza delle camicie con colletto a punta, delle giacche di pelle e dei jeans strappati, senza dimenticare gli abiti aderenti in jersey e lycra che invocavano un glamour sofisticato. Ognuno di questi elementi contribuirà a tessere un quadro complesso e affascinante di un decennio che ha tanto da raccontare anche al pubblico contemporaneo.
Indice
1. Pantaloni a zampa d’elefante
I pantaloni a zampa d’elefante costituiscono uno dei capi d’abbigliamento più iconici degli anni ’70, e la loro storia è intrinsecamente legata ai movimenti culturali e sociali che hanno segnato il decennio.
Originariamente ispirati ai pantaloni “bell-bottom” indossati dai marinai americani, furono rapidamente adottati dalla controcultura giovanile e, in particolare, dal movimento hippie. La loro forma ampia e svasata incarnava un senso di anti-conformismo che era al centro delle aspirazioni di una generazione.
Musicalmente, artisti come Jimi Hendrix e Janis Joplin ne fecero un segno distintivo, contribuendo a diffondere questo stile non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Il loro design svasato, spesso abbinato a stampe floreali o psichedeliche, divenne un simbolo dell’epoca, un antidoto visivo alla rigidità e al formalismo dei decenni precedenti.
La diffusione del capo non fu però limitata solo alla sfera contraculturale. Con l’avvento della disco music alla fine del decennio, i pantaloni a zampa d’elefante furono adottati anche da un pubblico più vasto, acquisendo tonalità brillanti e tessuti come il raso o il lamé, che brillavano sotto le luci delle discoteche.
2. Minigonne e minidress
Le minigonne e i minidress costituiscono un altro elemento fondamentale nel panorama dei vestiti tipici degli anni ’70. Sebbene la minigonna sia nata già alla fine degli anni ’60, grazie alla designer britannica Mary Quant, è negli anni ’70 che questa tipologia di abbigliamento ha trovato infatti una buona popolarità.
Molto più che un semplice capo di vestiario, la minigonna divenne difatti un emblema della crescente emancipazione delle donne, sottolineando l’aspirazione a una libertà personale e sessuale che era in sintonia con i temi femministi del momento.
Icone di stile come Twiggy e Brigitte Bardot contribuirono a rendere la minigonna e il minidress dei veri e propri simboli di una nuova femminilità disinibita. D’altronde questi abiti erano spesso abbinati a stivali alti, dando vita a un look che esprimeva una combinazione di sensualità e forza.
Tuttavia, come ogni fenomeno culturale che rompe con le tradizioni, anche la minigonna suscitò reazioni divergenti. Se da un lato era vista come un simbolo di liberazione, dall’altro fu oggetto di critiche da parte di chi la riteneva una provocazione indecorosa.
Ciò, però, non fece altro che rafforzare il suo impatto come strumento di contestazione sociale e culturale.
3. Camicie con colletto a punta
Le camicie con colletto a punta occupano un posto d’onore tra i vestiti tipici degli anni ’70, ed evocano immediatamente l’atmosfera delle discoteche e dell’epoca disco. Questo particolare stile di camicia segnò infatti la moda maschile del periodo, ma fu rapidamente adottato anche nel guardaroba femminile.
Con i loro colli esageratamente allungati e spesso ornati di brillanti paillettes o stampe audaci, questi capi catturavano lo spirito di un’epoca incentrata sull’euforia e la celebrazione della vita notturna.
Musicalmente, la camicia con colletto a punta divenne quasi una divisa per artisti come John Travolta in La febbre del sabato sera, o per gruppi come i Bee Gees, che ne fecero un’icona della cultura disco. La camicia veniva spesso abbinata a pantaloni a zampa d’elefante e scarpe con plateau, completando un look che incarnava l’estetica del divertimento senza freni.
Tuttavia, non bisogna sottovalutare l’importanza di questo capo anche al di fuori della sfera delle discoteche. Le camicie con colletto a punta venivano indossate in diverse occasioni, dai concerti rock ai raduni politici, e si adattavano a una varietà di tessuti, dai più casual ai più eleganti.
4. Giacche di pelle e jeans strappati
Nella variegata tessitura della moda degli anni ’70, le giacche di pelle e i jeans strappati incarnano l’aspetto più ribelle del decennio. Questi capi d’abbigliamento divennero non a caso i simboli per eccellenza della cultura punk, un movimento che mirava a sovvertire le convenzioni sociali e ad esprimere un profondo dissenso verso il sistema.
Nelle strade di Londra e New York, giovani con acconciature stravaganti e abiti lacerati sul finire del decennio manifestavano così la loro indifferenza verso gli standard estetici tradizionali.
Le giacche di pelle, spesso ornate con borchie, catene o altri elementi decorativi, erano un segno distintivo dell’anticonformismo punk. Artisti come Johnny Rotten dei Sex Pistols o Joan Jett ne fecero un emblema della loro musica e della loro filosofia di vita. In modo analogo, i jeans strappati, spesso personalizzati con scritte o disegni, incarnavano un’estetica di rottura e di rifiuto del convenzionale.
Ma la portata di questi capi non si limitò al sottobosco punk. Con il tempo, la giacca di pelle e i jeans strappati furono accolti anche in contesti più mainstream, trasformandosi in simboli di una ribellione più generica e diffusa.
Le case di moda iniziarono a produrre versioni più “pulite” e commerciali, mentre i personaggi dello spettacolo e del cinema contribuirono a rendere questi capi accettabili anche per un pubblico più vasto.
5. Abiti aderenti in jersey e lycra
Per concludere, gli abiti aderenti in jersey e lycra rappresentano una dimensione più sofisticata e glam della moda degli anni ’70. Questi tessuti, noti per la loro elasticità e confort, permisero infatti una vestibilità più aderente, enfatizzando le curve del corpo in un modo mai visto prima.
Mentre il decennio fu segnato da varie espressioni di libertà e non conformismo, questi abiti incarnavano dunque una sensualità più raffinata e accettata dal grande pubblico.
Designer come Halston e Diane von Fürstenberg furono tra i primi a lanciarsi nell’uso di questi materiali innovativi. Il loro impatto fu reso particolarmente memorabile da figure di spicco come Farrah Fawcett, e i tessuti luccicanti e le silhouette aderenti divennero sinonimo di eleganza e lusso.
Spesso completati da accessori come cinture dorate o sciarpe di seta, questi abiti erano ideali per serate mondane o occasioni speciali.
Il jersey e la lycra trovarono però applicazione anche in ambito sportivo, segnando un momento in cui la moda e la funzionalità si incontravano in modo armonioso. Dalle tute da ginnastica ai costumi da bagno, l’elasticità e la resistenza di questi tessuti contribuirono a una nuova estetica dinamica.
E voi, quale vestito tipico degli anni ‘70 preferite?
Minigonna era mio outfit preferito.
La prima era gialla. Mi ricordo chiaramente anche oggi quando ero vinto della mamma.
Avevo 7 anni.