I vostri cinque libri preferiti in corsa al Premio Strega 2014

La classifica dei libri più belli di sempre

Tra polemiche che si rinnovano ogni anno e una lista di libri premiati tra le più imponenti della nostra storia della letteratura, il Premio Strega si avvia verso la sua sessantottesima edizione. Nelle settimane scorse sono stati presentati i libri candidati, poi, scremati, qualche giorno fa, a una lista di dodici titoli (Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella, Lisario o il piacere infinito delle donne di Antonella Cilento, Bella mia di Donatella Di Pietrantonio, unastoria di Gipi, Come fossi solo di Marco Magini, Nella casa di vetro di Giuseppe Munforte, La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro, La terra del sacerdote di Paolo Piccirillo, Il desiderio di essere come tutti di Francesco Piccolo, Storia umana e inumana di Giorgio Pressburger, Ovunque, proteggici di Elisa Ruotolo e Il padre infedele di Antonio Scurati); dodici titoli che, secondo il regolamento, verranno ora sottoposti ai giurati degli Amici della Domenica, ai quali si dovranno aggiungere i voti di una sessantina di lettori forti scelti dal circuito delle librerie indipendenti e un’altra quindicina di voti che arriveranno da università e istituti di cultura all’estero. Dopo la votazione dell’11 giugno avremo quindi una cinquina di titoli finalisti, tra i quali il vincitore verrà scelto e proclamato il prossimo 3 luglio nella consueta cornice di Villa Giulia a Roma. Per anticipare un po’ i tempi, noi già un paio di settimane fa vi abbiamo chiesto quale, tra i libri in nomination, avreste voluto vedere trionfare: ecco come vi siete espressi, partendo dal quinto classificato e risalendo fino al primo.

 

Giuseppe Catozzella – Non dirmi che hai paura

La storia di Samia, atleta somala

Non dirmi che hai paura di Giuseppe CatozzellaTra tutti gli scrittori finiti nella cinquina dei nostri lettori, probabilmente il nome di Giuseppe Catozzella è quello meno noto. E non potrebbe essere altrimenti, visto che si tratta del più giovane e di quello che meno – finora – ha pubblicato con grandi editori. Classe 1976, nativo di Milano e con una laurea in filosofia nel cassetto, Catozzella ha pubblicato finora lavori al limite tra la fiction e l’inchiesta giornalistica, com’è stato nel caso di Alveare, libro sulla ‘ndrangheta dato alle stampe da Rizzoli nel 2011 e poi riproposto quest’anno da Feltrinelli, sua nuova casa editrice di riferimento. È proprio con Feltrinelli, infatti, che è uscito questo Non dirmi che hai paura, nuovo racconto tratto da una storia vera e ambientato nelle zone più difficili del mondo: protagonista della storia è infatti l’atleta Samia Yusuf Omar, che partecipò alle Olimpiadi di Pechino ma che è annegata nel 2012 nel tentativo – dopo esser scappata a piedi dalla Somalia – di raggiungere l’Italia in un barcone di emigranti, col sogno di trovare in Europa un allenatore che la portasse alle Olimpiadi di Londra. La storia di Samia, oltre che un’odissea personale e umana, diventa anche la storia delle donne nei paesi integralisti, costrette a pratiche umilianti (come correre addirittura col burqa) e a rischiare la vita per ottenere un po’ di libertà. Una scrittura di valore civile, insomma, che ha attirato il voto di molti dei nostri lettori.

 

Giorgio Pressburger – Storia umana e inumana

Dante Alighieri calato nel Novecento

Storia umana e inumana di Giorgio PressburgerSe Catozzella è una giovane speranza della nostra letteratura, Giorgio Pressburger ne è invece un veterano: nato a Budapest nel 1937 e trasferitosi in Italia nel 1956, in seguito all’invasione sovietica dell’Ungheria, è stato prima un grande uomo di teatro, settore in cui ha lavorato per decenni alternandolo con la radio; poi, a partire dagli anni Novanta, si è avvicinato anche alla narrativa, prima con Rizzoli, poi con Einaudi e infine, ora, con Bompiani, editore per il quale è uscito anche questo Storia umana e inumana che si trova ora tra i finalisti dello Strega e tra i cinque che voi stessi avete voluto promuovere nel nostro sondaggio. Il romanzo è decisamente atipico: in una prosa che richiama nemmeno troppo velatamente la poesia, Pressburger tenta di tirare le somme sulla vita del singolo all’interno di quello che è stato il Novecento, collegando gli affetti familiari ai grandi eventi della storia, dai dittatori al camorrista Sandokan, da Nelson Mandela al percorso millenario del popolo ebraico. Sorta di continuazione al percorso cominciato sei anni fa con Nel regno oscuro, questo Storia umana e inumana si pone fin dalle premesse come un viaggio dantesco negli orrori e nei fallimenti del secolo appena trascorso, non nascondendo l’obiettivo di questo nuovo viaggio che non è più la visione di Dio ma la ricerca dell’amore e della libertà.

 

Antonio Scurati – Il padre infedele

La crisi della famiglia dall’ottica maschile

Il padre infedele di Antonio ScuratiPur relativamente giovane – 45 anni, nell’ingessato mondo letterario italiano, sono quasi un’età da ragazzino – Antonio Scurati può già vantare nel proprio curriculum una finale del Premio Strega (con Il bambino che sognava la fine del mondo nel 2009) e la vittoria di un Premio Campiello (Il sopravvissuto, 2005). Napoletano, docente alla IULM di Milano, Scurati si è occupato nei suoi romanzi precedenti di temi tra loro anche piuttosto distanti, lasciandosi ispirare dai fatti di cronaca più attuali (è il caso proprio de Il sopravvissuto, in cui immagina un massacro compiuto a scuola ad opera di uno studente) ma anche dalla storia risorgimentale italiana, come in Una storia romantica, scritto quasi come se fosse un feuilleton ottocentesco. Il padre infedele, invece, ci riporta alla contemporaneità della famiglia italiana, prendendo avvio da una discussione in cui una moglie e madre confessa al marito di non provare più attrazione per gli uomini; da quel momento il marito, voce narrante della storia, inizia un percorso di ricerca di una consapevolezza nuova, cercando di barcamenarsi tra la propria identità di padre e quella di uomo in cui la sessualità non si è assopita, il tutto non nascondendo una buona dose d’ironia ma anche di ricerca stilistica. Ai nostri lettori – o almeno a quelli che ci hanno fatto sapere la loro opinione compilando l’apposito form – il romanzo è piaciuto soprattutto per la sua descrizione della famiglia contemporanea, così inferma, in crisi, eppure ricca di slanci e vitalismo.

 

Gipi – unastoria

Un fumetto alla finale dello Strega

unastoria di Gipi, prima graphic novel candidata al Premio StregaArriviamo ad un libro primo classificato a pari merito nella nostra graduatoria ma che ha anche, però, suscitato un gran numero di polemiche. Nessuno di quelli che hanno partecipato al nostro sondaggio, infatti, ha messo in dubbio la qualità della graphic novel di Gipi, ma molti di quelli che hanno votato per altri libri hanno sollevato dubbi sull’inclusione di unastoria tra i finalisti dello Strega. D’altronde, le polemiche non si sono limitate al nostro sondaggio: in questi giorni vari blogger e autori (perlopiù fumettisti) hanno espresso perplessità sul tema, soprattutto sottolineando che unastoria non è un romanzo ma un fumetto, e candidarlo nel più prestigioso premio letterario italiano significa certo onorare un grande autore come Gianni Pacinotti, ma contemporaneamente snaturare la sua opera, come se un fumetto non potesse avere una sua dignità di per sé ma avesse sempre bisogno di essere paragonato a forme di narrativa ritenute “più nobili” (come se si dicesse che è bello perché assomiglia a un romanzo e non perché è un bel fumetto). Ad ogni modo, che unastoria sia un’ottima opera noi l’avevamo già detto alla fine dell’anno scorso, quando avevamo indicato i cinque fumetti più importanti del 2013; a quanto scritto allora c’è poco da aggiungere: quello di Gipi è un percorso che parte da lontano e che in questi anni si è evoluto mantenendosi fedele sempre a se stesso, quindi chi conosce l’autore pisano sa già bene cosa aspettarsi, e chi non lo conosce dovrebbe almeno ora colmare la lacuna.

 

Francesco Piccolo – Il desiderio di essere come tutti

Il romanzo dell’unione tra pubblico e privato

Il desiderio di essere come tutti di Francesco PiccoloL’impressione generale è che questo sia l’anno dei romanzi anomali, perché in finale (e nella nostra cinquina) non c’è solo Gipi con la sua graphic novel; con Catozzella abbiamo visto una sorta di romanzo di cronaca, con Pressburger una summa del Novecento pubblico e privato e pure con Francesco Piccolo, ora, arriviamo a una specie di autobiografia politica – Il desiderio di essere come tutti – che ben poco ha della fiction. Partendo dai suoi ricordi d’infanzia a Caserta, Piccolo – già autore di numerosi romanzi pubblicati prima con Feltrinelli e poi con Einaudi, tra i quali spicca il recente Momenti di trascurabile felicità – ci riporta verso l’Italia di oggi, gli entusiasmi e le delusioni politiche della sua generazione, intervallando il tutto con le proprie vicende personali. Il tentativo è proprio quello di raccontare una storia personale che serva da spunto per tirare le somme sulla società contemporanea o meglio sull’idea di comunità che c’è oggi in Italia: e non a caso, del bel titolo che campeggia sulla copertina del volume i grafici di Einaudi hanno evidenziato la parola “tutti”, proprio perché questo è il romanzo, come si legge nelle note editoriali, di «un matrimonio (burrascoso) tra la vita privata e la vita pubblica». Oltre alla carriera come scrittore, Piccolo è noto anche come sceneggiatore di pellicole cinematografiche: tra i suoi principali successi, My name is Tanino, Agata e la tempesta, Il caimano (altra opera in cui il tema pubblico e quello privato si intrecciavano), Caos calmo, Habemus Papam e Il capitale umano.

 

I risultati del sondaggio

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Segnala altri libri in corsa al Premio Strega 2014 che meriterebbero di vincere nei commenti.

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