Wish You Were Here dei Pink Floyd: testo, traduzione e significato

La foto di copertina di Wish You Were Here dei Pink Floyd

Wish You Were Here è certamente una delle canzoni più celebri dei Pink Floyd. Pubblicata nel 1975 all’interno dell’album omonimo, venne scritta congiuntamente da Roger Waters e David Gilmour a partire da un riff di chitarra ideato da quest’ultimo. Divenne subito un classico, oltretutto relativamente facile da eseguire anche armati di una sola chitarra e quindi replicato da milioni di appassionati nel mondo.

Il testo di quel pezzo merita però un’attenzione particolare, sia perché molto coinvolgente e ben congegnato, sia perché il significato di quelle parole non è scontato. Wish You Were Here significa infatti “Vorrei che tu fossi qui”, ma quel “tu” è stato oggetto di mille speculazioni. Cerchiamo di vederci più chiaro.

 

1. Il testo completo

Prima di tutto, lasciamo spazio alle parole della canzone.

So, so you think you can tell
Heaven from Hell, blue skies from pain.
Can you tell a green field
From a cold steel rail?
A smile from a veil?
Do you think you can tell?
 
Did they get you to trade
Your heroes for ghosts?
Hot ashes for trees?
Hot air for a cool breeze?
Cold comfort for change?
Did you exchange
A walk on part in the war
For a lead role in a cage?
 
How I wish, how I wish you were here.
We’re just two lost souls swimming in a fish bowl
Year after year.
Running over the same old ground,
What have we found?
The same old fears.
Wish you were here.

 

2. La traduzione in italiano

Ma cosa significano queste parole? Le abbiamo tradotte per voi.

Quindi, quindi pensi di saper distinguere
il paradiso dall’inferno, i cieli blu dal dolore.
Sai distinguere un campo verde
da una fredda rotaia d’acciaio?
Un sorriso da un velo?
Pensi di saperli distinguere?
 
Ti hanno portato a scambiare
i tuoi eroi con dei fantasmi?
Ceneri calde con alberi?
Aria calda con una fresca brezza?
Un freddo benessere con il cambiamento?
Hai scambiato
un ruolo da comparsa nella guerra
per una parte da leader in una gabbia?
 
Come vorrei, come vorrei che tu fossi qui.
Siamo solo due anime perse che nuotano in una boccia per i pesci
anno dopo anno.
Correndo sul solito vecchio terreno,
cosa abbiamo trovato?
Le solite vecchie paure.
Vorrei che tu fossi qui.

 

3. L’interpretazione classica: una dedica a Syd Barrett

Fin dalla sua uscita, i fan dei Pink Floyd hanno dato a questa canzone – e in generale a tutto l’album che la conteneva – un’interpretazione univoca: era dedicata a Syd Barrett. Quest’ultimo, per chi non lo sapesse, è statp il cantante originario della band, uscito dal gruppo nel 1968 a causa di sempre più gravi problemi mentali.

Barrett era stato agli inizi il vulcanico leader dei Pink Floyd, ma si era infatti presto lasciato prendere dalle droghe. Ed era diventato inaffidabile e incapace di tener fede agli impegni sempre più importanti che la band cominciava ad avere, non solo in Inghilterra. Per questo ad un certo punto venne estromesso dal gruppo e soppiantato da David Gilmour.

La cosa lasciò strascichi. Barrett tentò la carriera solista pubblicando due album ravvicinati, ma ormai i suoi amici lo descrivevano come completamente alienato. I Pink Floyd lo persero di vista, ma decisero di dedicargli la lunga suite Shine On You Crazy Diamond (“Continua a brillare, diamante pazzo”).

Secondo il racconto degli stessi membri, nel 1975, durante le sessioni di questo lungo pezzo (incluso proprio nell’album Wish You Were Here), uno strano tipo si presentò negli studi di registrazione. Venne fuori che era proprio Syd, strano e ancora una volta poco lucido. Ascoltò la canzone e poi se ne andò, senza farsi più sentire.

Una canzone sull’amicizia o su se stessi?

Per i fan, davanti a tutte queste premesse, fu quindi naturale associare Wish You Were Here a Barrett. Se in fondo Shine On You Crazy Diamond era palesemente ispirata a lui, perché non doveva esserlo una canzone in cui almeno all’apparenza si parlava della mancanza di un amico?

In realtà le cose, stando alle dichiarazioni di Roger Waters (principale autore del testo), stanno in maniera diversa. In ogni caso, l’interpretazione “barrettiana” è stata col tempo accolta anche dai membri della band, affermando che ognuno ha diritto di leggere quello che vuole nel brano.

D’altra parte, nel 2005, quando i Pink Floyd tornarono ad esibirsi assieme al Live 8, Roger Waters dal palco gli dedicò l’esecuzione proprio di questo brano, con le parole: «We’re doing this for everyone who’s not here, but particularly of course for Syd»1.

 

4. Il vero significato della canzone

Come anticipato, probabilmente il brano non fu scritto, in realtà, pensando a Syd Barrett. David Gilmour, che entrò nella band proprio nella fase in cui Barrett cominciava ad uscirne, ha ammesso ad esempio di non aver mai pensato al vecchio cantante durante l’esecuzione del pezzo.

Lo stesso Waters, che si occupò di scrivere gran parte del testo, ha in varie occasioni2 spiegato che in realtà il “vorrei che tu fossi qui” era rivolto a se stesso più che a un’altra persona. Per vivere appieno bisognava essere presenti a se stessi, cosa che non sempre allora si realizzava nella vita di Waters.

In questo senso, la canzone può essere quindi letta soprattutto come un monologo interiore. È come se Waters dicesse: «Come vorrei che tu, la parte più pura di me, la parte che era viva e libera quand’ero giovane, tornasse qui, ritornasse in vita, nonostante tutti i tradimenti che io stesso ho compiuto!»

 

5. Un brano alla radio

Vogliamo raccontarvi un’ultima curiosità su Wish You Were Here, prima di lasciarvi liberi di correre a riascoltarla per l’ennesima volta. Una curiosità che riguarda l’arrangiamento del brano, che è un po’ particolare nella versione incisa su album. All’inizio, infatti, pare di sentire una radio.

I Pink Floyd volevano creare una sorta di scena, di atmosfera introduttiva. Per questo in apertura si sentono per qualche momento varie stazioni radio, come se qualcuno stesse cambiando frequenza nel tentativo di trovare la stazione giusta. Così si ascolta un breve passaggio di una commedia radiofonica e un accenno della quarta sinfonia di Čajkovskij.

Infine, si trova la stazione desiderata, in cui una chitarra acustica suona qualche accordo. Il suono è un po’ disturbato, appunto perché proviene da una radio. Poco dopo, un’altra chitarra si aggiunge, questa volta però col suono più limpido e forte.

L’impressione è che si sia in una stanza con altri, intenti ad ascoltare la radio, e qualcuno si stia mettendo a suonare sopra di essa. Un suono lontano, dal passato, su cui si accavalla il suono del presente, a rimarcare il senso di dialogo interiore – tra il sé del passato e il sé di oggi – di tutto il brano.

 

E voi, quale aspetto di Wish You Were Here preferite?

Ecco cinque cose da sapere sul testo di Wish You Were Here: vota la tua preferita.

Note e approfondimenti

  • 1 La dedica può essere riascoltata anche nel video del concerto, qui.
  • 2 Anche nel documentario The Story of Wish You Were Here, reperibile qui.

 

Segnala altre cose da sapere su Wish You Were Here nei commenti.

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