
Guardare le classifiche di vendita dei quotidiani italiani, diciamolo pure, è uno stillicidio. Una selva di segni “-“, infatti, accompagna tutti gli accertamenti, soprattutto nelle colonne che cercano di inquadrare l’andamento da un anno all’altro. I giornali, infatti, perdono tutti copie.
Anzi, più che di una perdita bisognerebbe parlare di un’emorragia. Solo riferendoci ai dati degli ultimi anni, abbiamo il Corriere della Sera a -14,5% su base annuale, la Repubblica a -14,12%, La Stampa a -13,78%, Tuttosport a -15,35%.
Nell’elenco dei primi posti, per continuare brevemente con gli esempi, i più virtuosi sono La Gazzetta dello Sport e Avvenire, che riescono a contenere le perdite attorno al 2/3%.
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Insomma, i dati sono preoccupanti. E lo sono non da oggi. Certo, qualcosa si recupera con gli abbonamenti digitali, ma per la verità non troppo. Fate conto che Repubblica e Corriere hanno poco più di alcune decine di migliaia di abbonati al computer, troppo pochi – almeno per ora – per compensare alle perdite del cartaceo.
Ma qual è la classifica, ora come ora, dei primi venticinque quotidiani italiani? Ecco l’elenco basato sui dati di ADS – Accertamenti Diffusione Stampa aggiornati al settembre 20191.
Indice
1. Corriere della Sera
Il più letto quotidiano italiano
Da ormai vari decenni il giornale più comprato e letto d’Italia è il Corriere della Sera. Non più, però, con i numeri che aveva un tempo, anche se alcune novità introdotte negli ultimi tempi gli hanno consentito di riconquistare un po’ di vantaggio su Repubblica.
Fondato nel 1876, il quotidiano ha sede da sempre a Milano ed è di proprietà della RCS MediaGroup. Vanta alle sue spalle una storia molto prestigiosa, che ha visto direttori di peso e un ruolo politico non indifferente.
Da sempre la voce della borghesia e dell’imprenditoria lombarda, ha avuto storicamente posizioni moderate, anche se durante la recente e lunga direzione di Ferruccio De Bortoli (come anche in altre fasi del passato) è stato accusato di essersi spostato lievemente a sinistra.
Oggi direttore è Luciano Fontana, subentrato a De Bortoli nel 2015. I fatti più importanti degli ultimi anni, però, sono stati due: da un lato, il cambio di proprietà; dall’altro la decisione strategica di orientarsi sempre di più verso il digitale.
Cairo e il digitale
Nel 2016, infatti, l’imprenditore milanese Urbano Cairo, già editore di diverse riviste e proprietario de La7, ha acquisito il controllo di RCS MediaGroup, diventando di fatto il proprietario del Corriere. Da quel momento il quotidiano ha cercato di rinnovare i suoi contenuti, aprendosi a temi più popolari.
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Inoltre, vista la costante perdita di lettori, l’editore ha scelto di sperimentare una soluzione più aggressiva su internet. Gli articoli sono ora leggibili sul web in parte gratuitamente e in parte a pagamento, secondo il modello paywall, ma fruibili da ogni supporto e piattaforma.
2. La Repubblica
La stabilità del direttore responsabile
Al secondo posto della graduatoria c’è la Repubblica, quotidiano romano fondato nel 1976. Pubblicato dal Gruppo GEDI, ha ingaggiato fin dalla sua fondazione una dura gara con il Corriere volta a diventare il primo giornale italiano.
Una gara che ha visto sorpassi e controsorpassi, ma che negli ultimi tempi si è in parte riaccesa, visto che il divario tra le due testate ad un certo punto si è ridotto fino a diventare esilissimo. Invece i problemi sono altri, visto che pure Repubblica perde rapidamente lettori.
In edicola da quarant’anni, il giornale ha avuto pochi direttori, segno di grande stabilità. Al fondatore Eugenio Scalfari è infatti succeduto Ezio Mauro nel 1996, già direttore de La Stampa.
Mauro è rimasto in carica per vent’anni suonati (come d’altronde anche Scalfari), cedendo nel 2016 il posto a Mario Calabresi, anch’egli ex direttore del quotidiano di Torino. Calabresi però è durato meno dei suoi predecessori, cedendo la poltrona nel 2019 a Carlo Verdelli.
3. La Gazzetta dello Sport
Il giornale in rosa
Al terzo posto della graduatoria non c’è un quotidiano di informazione, ma un giornale sportivo. Si sa, infatti, che in Italia lo sport ha un peso non indifferente e ben tre sono le testate nazionali che si occupano esclusivamente di questo argomento: La Gazzetta dello Sport, il Corriere dello Sport-Stadio e Tuttosport.
La Gazzetta è ormai da molto tempo la più forte tra queste realtà, e anche la sua emorragia di lettori è non a caso più limitata di quella delle testate generaliste che la precedono.
Di proprietà di RCS, con il Corriere della Sera costituisce un conglomerato potentissimo, che spesso ha attirato le mire degli imprenditori italiani. D’altronde, la sinergia con l’altro quotidiano di Milano è profonda, e investe spesso anche i prodotti abbinati in promozione, che sono in varie occasioni gli stessi.
Importanti per le vendite anche i giochi (come il Fantacalcio, qui chiamato Magic) e la sponsorizzazione e l’organizzazione di eventi come il Giro d’Italia. Attuale direttore è Andrea Monti, in carica dal 2010.
4. La Stampa
E la nuova parentela col Il Secolo XIX
Escludendo i primi due quotidiani d’informazione che si fanno la guerra da anni per la leadership, la classifica rimane abbastanza fluida. Al quarto posto infatti si piazza La Stampa di Torino, quotidiano storico che per una certa fase si è giocata la posizione con Il Sole 24 ORE, di stampo invece economico.
A far da filo conduttore tra i due giornali è l’impronta della proprietà: La Stampa è infatti da tempo immemore il giornale della famiglia Agnelli (anche se le cose di recente si sono un po’ complicate nell’assetto societario), mentre Il Sole è controllato da Confindustria.
Il ruolo di quotidiano di Torino, però, ha sempre obbligato il primo di questi due giornali ad un’impostazione più aperta, non del tutto allineata alle esigenze della proprietà ma anche disponibile a dar voce ai ceti popolari ed operai.
Fondata nell’Ottocento, ha assunto la attuale denominazione nel 1895. Gli Agnelli ne completarono l’acquisizione negli anni ’20, con l’approvazione del regime fascista.
La nascita di Italiana Editrice e il passaggio a GEDI
Oggi alla guida del giornale c’è Maurizio Molinari, che ha preso il posto di Mario Calabresi, passato a dirigere la Repubblica. L’evento però più importante degli ultimi anni è stato il doppio cambiamento di editore.
John Elkann, il proprietario (tramite Fiat) ha infatti prima portato a termine una fusione con Carlo Perrone, editore del genovese Il Secolo XIX.
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Il nuovo soggetto che ne è nato, la Italiana Editrice, ha pubblicato così per qualche anno i due quotidiani del nord-ovest, con una sinergia e un contenimento dei costi che avrebbero dovuto rilanciarli. Elkann ne era comunque rimasto l’azionista di riferimento, con il 77% delle quote.
Nel 2016, però, l’Italiana Editrice viene acquisita dal Gruppo L’Espresso, portando alla nascita del Gruppo GEDI, che controlla anche la Repubblica e decine di altri giornali. La famiglia Agnelli, nel gruppo, ha ora una quota vicina al 7%, mentre la maggior parte delle azioni (il 43%) è in mano alla CIR della famiglia De Benedetti.
5. Avvenire
Il quotidiano dei vescovi
Al quinto posto della classifica si piazza infine Avvenire, uno dei pochi giornali che negli ultimi anni ha risentito solo in piccola parte della crisi dell’editoria. Merito di un pubblico fedele, sotto tutti i punti di vista, dato che la testata è di proprietà della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana.
Il giornale venne fondato nel 1968, nel bel mezzo di un periodo difficile per la Chiesa a causa della laicizzazione sempre più forte della società italiana. Fu papa Paolo VI a volere che i cattolici si dotassero di un quotidiano nazionale che rappresentasse il mondo dei fedeli senza però essere troppo dipendente dalle gerarchie vaticane.
Avvenire nacque così dalla fusione di due giornali precedenti, L’Avvenire d’Italia e L’Italia. E si presentò subito come guidato editorialmente dai vescovi della penisola ma anche in grado di garantirsi una sua particolare autonomia.
Dopo qualche difficoltà iniziale, le vendite sono cresciute soprattutto negli anni ’90 e ’00, prima sotto la direzione di Dino Boffo e poi dell’attuale direttore responsabile, Marco Tarquinio. Oltre a raccontare i fatti politici ed economici, il giornale dedica ampio spazio a vari settori della società civile.
Interessanti sono infatti anche gli inserti che escono col quotidiano. Tra questi meritano di essere segnalati Popotus (due volte alla settimana, dedicato a bambini e ragazzi) ed èVita, incentrato sui temi della bioetica.
Gli altri 20 quotidiani più diffusi, oltre ai 5 già segnalati
A parte questi primi cinque giornali in classifica, quali sono però quelli che vengono subito dietro e che occupano le posizioni dalla sesta alla venticinquesima? Li elenchiamo, più velocemente, qui di seguito, con anche qualche informazione al loro riguardo.
6. QN – Il Resto del Carlino
Il Resto del Carlino è il sesto quotidiano più diffuso e letto in Italia. Stampato a Bologna, è stato fondato nel 1885. Oggi appartiene al gruppo della Poligrafici Editoriale ed esce anche come Quotidiano Nazionale, legato ad altre testate del gruppo, condividendo con esse alcuni dei contenuti.
7. Il Messaggero
Al settimo posto troviamo Il Messaggero, storico quotidiano romano fondato nel 1878. È il giornale più venduto nella capitale ed è di proprietà del gruppo Caltagirone, che controlla anche Il Gazzettino di Venezia, Il Mattino di Napoli, il quotidiano gratuito Leggo ed altre testate.
8. Corriere dello Sport – Stadio
All’ottavo posto troviamo il secondo più letto quotidiano sportivo della penisola, il Corriere dello Sport – Stadio. Stampato a Roma, è nato nel 1977 grazie alla fusione di due precedenti giornali, il Corriere dello Sport e il bolognese Stadio. Attuale direttore è Ivan Zazzaroni.
9. Il Sole 24 ORE
Nono della graduatoria è Il Sole 24 ORE, in forte calo rispetto a qualche anno fa. Editore è Confindustria, cosa che colloca il giornale saldamente all’interno degli interessi degli industriali italiani, anche se non manca uno spirito critico e costruttivo anche nei confronti della stessa imprenditoria italiana.
10. QN – La Nazione
Ritorniamo alla Poligrafici Editoriale e a QN con La Nazione, giornale di Firenze fondato addirittura nel 1859, mentre si stava compiendo il percorso dell’unità d’Italia. Di impostazione moderata, ha da poco cambiato direttore, ponendo nel suo scranno più alto la giornalista Agnese Pini.
11. il Giornale
il Giornale è uno dei quotidiani più riconoscibili dell’area di centro-destra italiana. Fondato nel 1974 da Indro Montanelli, è diventato di proprietà della famiglia Berlusconi sul finire di quel decennio e, dopo l’addio di Montanelli, ha sostenuto l’attività politica di Silvio Berlusconi. Attuale direttore è Alessandro Sallusti.
12. Tuttosport
Tuttosport è il terzo e ultimo quotidiano sportivo della penisola. Fondato nel 1945, è forte soprattutto nella zona nord-occidentale del paese, e quindi in Piemonte, in Liguria e nell’alta Toscana. D’altronde ha la sua sede principale proprio a Torino.
13. Il Gazzettino
Fondato nel 1887, Il Gazzettino è il principale quotidiano del Triveneto, con sede a Venezia. Legato storicamente a posizioni moderate (per molto tempo l’editore fu Augusto De Gasperi, fratello di Alcide), negli ultimi anni è stato comprato prima dai Benetton e da altri imprenditori veneti e poi dal gruppo Caltagirone.
14. Dolomiten
Il calo generalizzato della diffusione della stampa fa sì che anche quotidiani spiccatamente locali ma molto radicati nel loro territorio possano arrivare alle parti alte della classifica. Così è anche per il Dolomiten, storico quotidiano in lingua tedesca di Bolzano che esce dal 1882, al quattordicesimo posto per diffusione.
15. Il Secolo XIX
Il Secolo XIX è il più importante quotidiano di Genova e della Liguria, fondato nel 1886. Già dalla fine del secolo venne acquistato dalla famiglia Perrone, proprietaria dell’Ansaldo, a cui è rimasto legato fino a pochi anni fa. Nel 2015 è poi arrivata la fusione con l’editrice de La Stampa e, più di recente, con il Gruppo Editoriale L’Espresso.
16. QN – Il Giorno
La Poligrafici Editoriale pubblica anche Il Giorno, quotidiano milanese dalla gloriosa storia che però negli ultimi decenni si è abbastanza ridimensionato dal punto di vista delle vendite. Fondato da Enrico Mattei nel 1956 e inizialmente di proprietà dell’ENI, all’epoca del suo lancio rinnovò il giornalismo italiano, svecchiandolo.
17. Messaggero Veneto
Il Messaggero Veneto è il principale quotidiano del Friuli-Venezia Giulia, con sede principale a Udine. Fondato nel 1946, è oggi di proprietà del Gruppo Editoriale GEDI, quello de La Repubblica e La Stampa. Dedica grande attenzione alle cronache locali friulane.
18. L’Unione Sarda
L’Unione Sarda è il principale giornale della Sardegna, fondato a Cagliari nel 1889. Negli anni ’80 e ’90 fu di proprietà dell’imprenditore Nichi Grauso, già fondatore dell’emittente TV Videolina, che però ha poi ceduto tutto all’attuale proprietario, Sergio Zuncheddu.
19. Il Tirreno
Appartiene al gruppo GEDI anche il quotidiano Il Tirreno, fondato nel 1945. La sua sede principale si trova a Livorno, ma il giornale ha una particolare attenzione a tutte le province della Toscana, con apposite edizioni locali.
20. Il Fatto Quotidiano
Si trova solo al ventesimo posto nella classifica della diffusione Il Fatto Quotidiano, giornale che negli ultimi anni è stato al centro del dibattito politico ma che ha anche perso molti dei lettori che lo accompagnavano all’inizio. Fondato nel 2009, è diretto da Marco Travaglio.
21. L’Eco di Bergamo
Un altro giornale locale ad aver risentito solo in maniera marginale della contrazione delle vendite dei quotidiani è stato L’Eco di Bergamo, testata della curia della provincia lombarda. Guidata per oltre cinquant’anni, dal 1938 al 1989, dal sacerdote Angelo Spada, è oggi diretta da Alberto Ceresoli.
22. Libero
Legato all’area del centro-destra è invece il quotidiano Libero, famoso per alcune prime pagine molto aggressive – e a volte discutibili – uscite negli ultimi anni. Fondato nel 2000 da Vittorio Feltri (che oggi ne è direttore editoriale), è di proprietà della famiglia Angelucci.
23. Il Mattino
Il Mattino è il primo quotidiano dell’Italia meridionale. Fondato a Napoli nel 1892 da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao, ha segnato in parte la storia della città, soprattutto nel dopoguerra. Per un ventennio di proprietà dei Rizzoli, nel 1996 è stato ceduto al gruppo Caltagirone. Ha perso però molti lettori negli ultimi anni.
24. La Verità
La Verità è uno dei più recenti quotidiani fondati in Italia, visto che è nato nel 2016 su iniziativa di Maurizio Belpietro, all’epoca appena fuoriuscito da Libero. Tra le sue firme più celebri ci sono, oltre al direttore, quelle di Mario Giordano, Daniele Capezzone, Marcello Veneziani e Luca Telese.
25. La Nuova Sardegna
L’ultimo quotidiano del nostro elenco è La Nuova Sardegna, principale testata del nord dell’isola. Fondato nel 1891 da Giuseppe Castiglia ed Enrico Berlinguer (nonno dell’omonimo segretario del PCI), il giornale oggi appartiene al gruppo GEDI ed ha la sua sede principale a Sassari.
Domande e risposte finali
Qual è il giornale più venduto in Italia?
Il quotidiano più venduto in Italia è Il Corriere della Sera. La sua tiratura attuale è di circa 293.000 copie, mentre la diffusione è di 200.000 copie. La Repubblica, il suo principale concorrente, è staccato, rispettivamente a 254.000 e 156.000 copie.
Qual è il giornale più antico d'Italia?
A fregiarsi di questo titolo, tra i giornali ancora in attività, è La Gazzetta di Mantova, il cui primo numero risale secondo gli storici al 1664.
L’infografica col riassunto finale
E voi, quale quotidiano preferite?